Il piccolo Alessandro Maria Montresor è arrivato in Italia da Londra con un volo Londra-Ciampino con assistenza medica a bordo. E' arrivato al Bambino Gesù verso...
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Come in tutti i casi di trapianto, spiega l'Ospedale Bambino Gesù, «anche il trattamento della linfoistiocitosi emofagocitica (HLH) presenta dei rischi.
Alex, l'ultimo volontario rinuncia: sarà il papà il donatore di midollo
La storia di Alex - che risiede a Londra con i genitori italiani - ha suscitato nei mesi scorsi una gara di solidarietà partita dalla Rete: su facebook papà e mamma avevano lanciato un appello per trovare un donatore compatibile per il trapianto. In poche settimane la Rete si è mobilitata e centinaia di persone, dal Nord al Sud dell'Italia, si sono sottoposte a un prelievo di sangue per testare la propria compatibilità, iscrivendosi anche nel registro italiano dei donatori di midollo osseo. In realtà la ricerca di un donatore compatibile per Alex è già inserita nella più ampia rete nei registri internazionali, che contano circa 30 milioni di iscritti. Ad oggi, però, non è stato trovato un donatore compatibile.
Nei giorni scorsi era stato individuato un altro donatore non italiano compatibile, che aveva però procrastinato la disponibilità al trapianto a metà gennaio. Ma la situazione di Alex non permette tempi così lunghi: il bambino è infatti sottoposto a una terapia con un farmaco sperimentale e, anche se la sua vita non è minacciata in tempi brevissimi, l'efficacia del farmaco tende a diminuire nel tempo. Da qui la necessità di arrivare al più presto possibile al trapianto. Per questo i genitori hanno deciso di accettare la disponibilità, già dichiarata nei mesi scorsi dall'ospedale della Santa Sede, a trattare il bambino. Al Bambino Gesù, all'avanguardia per questo tipo di cure, Alex verrà sottoposto a una tecnica di trapianto innovativa per la quale l'ospedale romano è tra i primi al mondo: con tale metodica sono stati già trapiantati 150 bimbi, di cui cinquanta con immunodeficienza primitiva e sei con la stessa malattia di Alessandro, la linfoistiocitosi emofagocitica. La percentuale di guarigione definitiva nei bambini con immunodeficienza primitiva è dell'85 per cento. La famiglia: «Ora torniamo a sperare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero