Alessio Sconza, il malore e la morte dopo la visita in ospedale a Roma. La famiglia: «Non aveva malattie». Scatta l'inchiesta

L'uomo, 33 anni, lascia tre figli: si indaga per "omicidio colposo"

Alessio Sconza, il malore e la morte dopo la visita in ospedale a Roma. La famiglia: «Non aveva malattie». Scatta l'inchiesta
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti, per la morte di Alessio Sconza, il pizzaiolo di 33 anni e padre di tre figli, che nella notte tra...

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La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti, per la morte di Alessio Sconza, il pizzaiolo di 33 anni e padre di tre figli, che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi è stato stroncato da un malore improvviso dopo essere stato rimandato a casa dal pronto soccorso dell'ospedale Villa San Pietro sulla Cassia. Ieri al policlinico Agostino Gemelli si è svolta l'autopsia disposta dal pm. L'esame durato diverse ore, tuttavia, non è stato sufficiente per indicare fin da subito una possibile causa precisa del decesso. Una considerazione su cui sia il consulente della parte civile che della Procura sarebbero convenuti.

ALTERAZIONI AL CUORE

I rilievi autoptici, infatti, avrebbero sin qui rilevato unicamente la presenza di anomalie a livello del cuore, lievi alterazioni del miocardio, non tali però da potere determinare da sole e con certezza la causa, per cui sono stati disposti ulteriori accertamenti, a partire dall'analisi delle colture cellulari tramite vetrini. Sono stati richiesti anche gli esami tossicologici sebbene la famiglia di Sconza escluda categoricamente l'assunzione di sostanze stupefacenti.
L'ipotesi investigativa è che il 33enne possa essere stato colto da un infarto le cui avvisaglie sono state sottovalutate, addirittura per nulla riconosciute, dal personale medico del dipartimento di emergenza dell'ospedale.
Sconza si era sentito poco bene già dalla mattina di giovedì e aveva chiamato la mamma avvisandola di forti dolori al braccio sinistro e al torace. La donna lo aveva accompagnato dal medico curante il quale subito lo aveva invitato a recarsi in ospedale. Nel primo pomeriggio Alessio Sconza, la cui famiglia abita a Prima Porta e che aveva da poco più di un anno avviato una pizzeria a taglio in via della Giustiniana, varca l'ingresso del Villa San Pietro con un codice bianco assegnato al triage (il più lieve) per uscirne poche ore dopo senza indicazioni precise.

Roma, muore a 33 anni in casa per un malore dopo la visita all’ospedale, Alessio Sonza aveva forti dolori al braccio e al torace

 

IL REFERTO

Nel referto acquisito dalla polizia i camici bianchi riferiscono di averlo sottoposto a un elettrocardiogramma che non avrebbe evidenziato anomalie. Eppure ci sono anche altri esami, in primis analisi del sangue, che contribuiscono a chiarire se vi sia un infarto in corso. Alcuni di essi, appunto, verranno effettuati ormai in sede autoptica.
Alle 3 della notte Sconza si sveglierà nuovamente con un dolore lancinante al petto. I familiari chiameranno il 118 e per interminabili 40 minuti i sanitari accorsi con l'ambulanza proveranno a rianimarlo, inutilmente. Sul posto arriva anche una volante della polizia. Per i familiari, assistiti dall'avvocato Domenico Di Tullio, «Alessio stava bene, non soffriva di malattie». E ora vogliono sapere di cosa è morto e se poteva essere salvato.

Il più grande dei figli della vittima ha dieci anni. Gli amici di Alessio e il quartiere si sono mobilitati. A bar Vagnarelli non lontano dalla sua pizzeria, è stata lanciata una raccolta fondi «piccoli contributi da parte di chi volesse sostenere la famiglia». Tanti i messaggi di cordoglio. In tanti ricordano i suoi occhi «vivaci e trasparenti» e i sacrifici fatti per realizzare il suo sogno di aprire una pizzeria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero