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Si è accasciato di lato quando ancora il traffico e il via vai di turisti e romani non aveva risvegliato piazza Venezia. Ci ha pensato quel pino secolare però a far confluire ai piedi dell'Altare della Patria i vigili del fuoco e le forze dell'ordine. Si cercavano feriti e fortunatamente non sono stati trovati ma se quel pino fosse crollato seguendo un'altra angolazione la storia da raccontare sarebbe stata diversa. Dopo il crollo il Campidoglio ha inviato immediatamente una squadra per cercare di risalire alle cause e sorpresa non c'entra nulla il caldo, la scarsa "idratazione" che può sicuramente aver agevolato il cedimento senza però originarlo dal momento che si tratta di una pianta quasi centenaria che, diversamente da quelle piantate di recente, non ha bisogno di un'irrigazione costante.
La causa
In verità il pino era malato, affetto da un fungo alle radici. Per l'esattezza, spiegano dall'assessorato all'Ambiente di Sabrina Alfonsi, si tratta di un fungo appartenente alla famiglia dei "cariogeni" che di fatto aveva infettato la parte interna del pino indebolendo a tal punto le radici da farlo poi crollare.
Analisi di stabilità
Da oggi «saranno effettuate dal Dipartimento Tutela Ambientale le indagini agronomiche, incluse le prove di trazione sui pini presenti, su tutte le alberature del quadrante per verificarne stato di salute e di sicurezza - fa sapere l'assessore Alfonsi - queste indagini verranno poi estese a tutta l'area di piazza Venezia e di via dei Fori Imperiali». Di certo quanto accaduto ieri mattina mostra la scarsa manutenzione che negli anni è stata riservata al patrimonio arboreo della Capitale. Con l'attuale amministrazione è stato aumentato significativamente il numero delle potature: dalle 6.176 del 2020 si è passati alle 70.200 dello scorso anno. «Una maggiore cura significa minori rischi per le persone, minori danni alle cose e minori rimborsi a spese della collettività - conclude l'Alfonsi - Gli stessi sinistri sono passati «dai 1.710 del 2018 ai 440 del 2022. E così il numero di schianti: 143 nel 2018, 36 nel 2022». Esclusi i crolli dovuti al maltempo.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero