Albero crolla su auto a Roma, uno dei feriti: «No alla visita di Raggi, pensi alla cura del verde»

Albero crolla su auto a Roma, uno dei feriti: «No alla visita di Raggi, pensi alla cura del verde»
Parla dal pronto soccorso del Santo Spirito, dove è arrivato in codice rosso. È ancora scosso per quel gigantesco tronco precipitato sopra l'auto delle Poste su...

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Parla dal pronto soccorso del Santo Spirito, dove è arrivato in codice rosso. È ancora scosso per quel gigantesco tronco precipitato sopra l'auto delle Poste su cui era appena montato, centinaia di lettere da consegnare nella borsa. Massimo Mignano, 43 anni, napoletano, ha la faccia spaventata, di chi se l'è vista brutta. «So di essere vivo per miracolo, devo ringraziare Dio. Certo, non si possono correre questi rischi, in una città come Roma, non mi sembra normale...». Forse per questo ha rifiutato la visita della sindaca Raggi, che appena saputo dell'incidente a Prati, aveva contattato gli ospedali per informarsi sulle condizioni dei due feriti, offrendosi di venire per un saluto (ma anche al policlinico Umberto I non ha potuto parlare con l'altra vittima, in gravissime condizioni).


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«Ho detto al primario che non c'era bisogno che la sindaca venisse - confida Massimo, il giubbotto delle Poste ancora indosso - tremavo dalla paura, mi sentivo sotto choc, non stavo bene e non avrei saputo cosa dirle. Non ce l'ho con nessuno, per carità, è stato anche un gesto carino. Ma l'ho detto pure al dottore: invece di venire qui, la sindaca faccia più manutenzione degli alberi, che hanno problemi da anni». Alberi che «non dovrebbero venir giù così, per il vento, in una piazza frequentata da centinaia di persone ogni giorno».

Massimo scrolla le spalle e scioglie la tensione. «Poteva andare molto peggio, anche a me. Quando quel mostro è crollato ero appena salito in macchina. Sono riuscito a uscire da solo, con le mie mani». In ospedale è stato trasportato d'urgenza. Codice rosso. «Ho fatto tutti gli accertamenti, per fortuna a parte lo spavento, me la sono cavata con poco. Solo un forte dolore, ma nulla di rotto». Un «miracolo», appunto.

E ora? Farà causa al Comune? «Forse, a dire la verità ci sto ancora pensando - risponde Massimo - chiederò consiglio a un avvocato. Dato che non ho riportato nulla di grave, ho una settimana di prognosi, non vorrei poi essere costretto a pagare le spese legali per non ottenere nulla, si sa come vanno le cose, a volte». Per il momento, confessa - e per la prima volta gli si stampa un sorriso in faccia - «non vedo l'ora di riabbracciare la mia ragazza. È l'unica cosa a cui penso». Per la causa, si vedrà.

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Il Messaggero