Cittadini e amministrazione sul piede di guerra ad Albano dopo che la direzione regionale Politiche ambientali ha prorogato l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per...
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Il dietrofront della Regione ha gelato gli animi di migliaia di residenti, comitati e associazioni che negli anni hanno contrastato la presenza del termovalorizzatore lamentando tutti i disagi che può dare una discarica vicino alle abitazioni. Il via libera consente anche di utilizzare la discarica adiacente. «Il risveglio è amaro – dice Aldo Garofolo membro del Comitato contro l’inceneritore - ma occorrerà riesumare la carica che ci consentì di sbaragliare il progetto del gassificatore. Intanto il coordinamento “No-inc” invita tutti alla massima partecipazione all’assemblea dell’8 novembre ore 17.30 al villaggio ardeatino».
L’amministrazione di Albano ha già effettuato la richiesta di accesso agli atti e nel frattempo sta preparando una comunicazione per mettere al corrente il prefetto e un’altra indirizzata alla Procura di Velletri che di fatto aveva messo i sigilli all’impianto dopo l’incendio: «Ai fini dell’esecuzione di eventuali lavori di costruzione o ripristino dell’impianto – dice il sindaco di Albano Nicola Marini – si ritiene non esaustivo il riferimento nota Aia, pertanto metteremo in atto tutte le azioni annunciate. Inoltre l’amministrazione farà anche richiesta per la bonifica del sito e naturalmente, una volta esaminata tutta la documentazione raccolta e ravvisati gli estremi, presenteremo ricorso presso il Tar».
Il delegato comunale ai Rifiuti, Luca Andreassi, parla di palesi contraddizioni: «La Regione – dice – ha da poco approvato un Piano regionale nel quale si esprime la volontà di superare la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso gli impianti Tmb, mettendo al centro delle procedure il recupero di materia e, solo in ultima analisi, il recupero di energia. Rimane pertanto difficile, in tale contesto, capire quale senso abbia l’autorizzazione di un impianto a Roncigliano per lo più in un’area caratterizzata da un elevato livello di raccolta differenziata e che, dunque, certamente non necessita di un centro di trattamento del genere. Verrebbe da pensare che possa essere a servizio di realtà diverse da quelle locali e che, magari, hanno difficoltà a raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata».
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Il Messaggero