OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
C'è anche il nome del colpevole, il monaco gesuita Pierre Nicolas d’Incarville, che nel Settecento importò dalla Cina alcuni esemplari di ailanto, ovvero Ailanthus altissima, detto anche - dai cinesi, bontà loro - l'Albero del Paradiso. Il religioso non poteva immaginare il disastro che avrebbe combinato tre secoli dopo questa pianta che venne poi usata, con scarsi risultati, per sostenere la coltivazione del baco da seta e per ricavare robusti manci per vanghe e badili. La diffusione di questa specie aliena (inizialmente familiare solo in Cina, insomma) è stata da film horror: solo nei Poli, in altre parole, non è riuscita a piantare le sue radici, ma fra i ghiacci non ci sono del resto strade e marciapiedi come ad esempio a Roma.
Resistente
Di fatto non c'è strada della Capitale che non sia assediata da piante infestanti fra le quali l'Ailanto vince a mani basse perché è quasi impossibile debellarla con efficacia e perché resiste a ogni parassita, anzi i parassiti questa pianta li ospita e li aiuta a svilupparsi, coem sanno bene gli agricoltori.
L'ailanto cresce, se le condizioni sono favorevoli, un metro l'anno: ogni pianta per riprodursi affida periodicamente al vento e al terreno miglia di resistentissimi semi mentre al tempo stesso le radici si propagano anche sotto l'asfalto e il cemento armato moltiplicandosi in centinaia di polloni che danno origine a nuovi esemplari. Segarla alla base non basta e nemmeno estirpare le radici.
Campagne tuttavia indispensabili per garantire la sicurezza a pedoni, motociclisti e automobilisti, anche se basta un giro denro e fuori al Raccordo per comprendere la vastità del problema.
Le disinfestazioni classiche hanno, contro l'Ailanto, un breve efetto, perché i polloni sottoterra o sotto strade e marciapiedi, non vengono raggiunti facilmente dai veleni. E basta che nell'asfalto vi sia una piccola fessura che il pollone o il seme originando una nuova pianta che cresce a vista d'occhio.
Come combattare allora l'ailanto, soprattutto in città?
Come riporta National Geographic negli Stati Uniti gli agronomi "hanno identificato un fungo in grado di uccidere l'ailanto: un organismo microscopico chiamato Verticillium nonalfalfae, probabilmente nativo della Pennsylvania, della Virginia e dell'Ohio. Fino a quando non abbiamo scoperto questo fungo sembrava che la pianta non avesse punti deboli”, spiega Joanne Rebbeck, botanico in pensione del Servizio forestale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti). Il fungo è stato iniettato nelle piante e nel 2020 la rivista Biological Control ne ha certificato l'elevata efficacia nel controllo dell’ailanto. Ora però va verificato che questo fungo olre a combattere l'ailanto non causi queli squilibri all'ambiente che segnano l'eterna lotta fra uomo e natura.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero