Roma, Inseguiti e speronati da un'auto, aggressione omofoba a 2 giovani: presi a pugni in mezzo alla strada

Roma, Inseguiti e speronati da un'auto, aggressione omofoba a 2 giovani: presi a pugni in mezzo alla strada
Un ragazzo gay e una giovane transessuale sono stati aggrediti e insultati da due persone, in zona Tiburtina. Il fatto viene denunciato dal Gay Center, che ha raccolto la loro...

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Un ragazzo gay e una giovane transessuale sono stati aggrediti e insultati da due persone, in zona Tiburtina. Il fatto viene denunciato dal Gay Center, che ha raccolto la loro denuncia attraverso il numero di Gay Help Line. 


Le due vittime dell'aggressione, entrambe 20enni, stavano percorrendo in auto via Filippo Fiorentini, mentre venivano presa di mira da un'altra macchina, con a bordo un ragazzo e una ragazza. «La loro auto - denuncia il Gay Center - veniva tamponata più volte in una strada a senso unico di marcia, fino a quando il conducente non arrivava a bloccare la loro circolazione. A quel punto, sceso dalla macchina, insultava i due giovani: «trans di merda ti uccido», salvo poi iniziare a colpire violentemente al volto il ragazzo con diversi pugni e a tentare di aprire a pugni il finestrino e lo sportello del lato passeggeri». 
 
Dopo l'aggressione i due sono riusciti a richiedere l’intervento di un’ambulanza: uno dei 20enni è stato portato al pronto soccorso con una diagnosi di contusione piramidale nasale e prognosi di sei giorni. «Quest'episodio - denuncia Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center - fa parte di un fenomeno che non si può ignorare e che monitoriamo attraverso le varie denunce che riceviamo alla Gay Help Line. E' sempre più urgente, però, procedere verso una maggiore tutela di chi le subisce attraverso l'approvazione di norme antiomofobia. Non si può non vedere come in questo tipo di aggressioni ci sia una forma di aggravante dovuta all'odio verso le persone lesbiche, gay e trans. Un fenomeno che non è marginale. Anche per questo al Lazio Pride che stiamo organizzando per il 24 giugno chiederemo al Parlamento e al Governo di non tenere la questione chiusa in un cassetto». 
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Il Messaggero