Roma, Agenzia controllo qualità: Roma ostaggio di una rete di trasporti inadeguata

Roma, Agenzia controllo qualità: Roma ostaggio di una rete di trasporti inadeguata
Una città che rimane «ostaggio di una rete di trasporti inadeguata. Con tre sole linee metropolitane, efficienti ma insufficienti, e un trasporto di superficie...

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Una città che rimane «ostaggio di una rete di trasporti inadeguata. Con tre sole linee metropolitane, efficienti ma insufficienti, e un trasporto di superficie incapace a garantire il diritto alla mobilità di circa 1,1 miliardi di passeggeri». È il ritratto dipinto dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma capitale nel suo focus sul Trasporto pubblico locale a Roma. Stando ai dati relativi al 2017, i giudizi degli utenti (qualità percepita) mostrano una netta differenza tra le valutazioni date al trasporto pubblico sotterraneo e quelle date al trasporto pubblico di superficie. 


Secondo l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali «a Roma manca una visione e una organizzazione globale della mobilità e la città non sconta soltanto un deficit nelle infrastrutture ma anche la mancanza di una pianificazione e di un coordinamento dei trasporti, che comprenda ad esempio la manutenzione delle strade, la gestione delle corsie, il controllo del traffico». 

«Il sistema della mobilità, del resto, non dipende solo dai vettori del trasporto (autobus, tram e metropolitane) - ha dichiarato il presidente dell’Agenzia, Carlo Sgandurra - e non dipende quindi solo dalla società che ne gestisce mezzi e strutture, ma è fortemente condizionato da una serie di fattori che insieme convergono a determinare la qualità del trasporto pubblico e a garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. Anzi, paradossalmente, in un tale scoordinato contesto logistico, la società partecipata che gestisce il servizio, rischia di farsi carico di problemi che non dipendono da essa e di apparire come la sola responsabile dell’inefficienza dell’intero sistema». Per l’Agenzia è necessaria e urgente una «riorganizzazione amministrativa, con particolare riferimento alle strutture di linea e territoriali. In assenza di tale adeguamento prioritario, ogni ipotesi di risanamento rischia di essere compromessa, se non sul nascere, nel corso della sua realizzazione». 

E sempre per l’Agenzia, da Atac non ci sono nemmeno i controlli adeguati contro l’evasione. «Dal 2012 al 2016 i ricavi di Atac sono diminuiti, tuttavia la società non ha messo in atto misure di dissuasione di tipo strutturale (tornelli in entrata e in uscita, bigliettaio a bordo) né programmi di controllo adeguati ad arginare il fenomeno dei free rider, anglismo usato per indicare chi non paga il biglietto». Stando a fonti Atac, su 2,4 milioni di passeggeri controllati, l’evasione accertata (numero delle multe effettuate su passeggeri controllati), sarebbe stata del 3 % per i biglietti metro, e di poco superiore al 6% per i biglietti di bus, bus elettrici e tram. Questi dati tuttavia, osserva l’Agenzia, non appaiono sufficienti a rappresentare il fenomeno nella sua realtà. 


Il campione preso in esame (2,4 milioni di controllati su circa 1.100 milioni utenti totali) risulta troppo esiguo, oltre che statisticamente non definito e scarsamente rappresentativo. In base al focus sul Tpl, un confronto con l’Atm di Milano, emerge poi che (a parità del costo del biglietto), la società milanese ha ricavi molto maggiori con un numero di passeggeri che è quasi la metà di quelli di Roma: nel 2016, infatti, i ricavi dei biglietti Atac sono stati 265 milioni di euro a fronte di 1.100 milioni di passeggeri, mentre nel capoluogo lombardo, i ricavi sono stati di 412 milioni di euro a fronte di 600 milioni di utenti. Stando a questi dati, poi, la percentuale dell’evasione stimabile nei trasporti milanesi oscilla tra il 10% e il 15%, un dato che porta inevitabilmente ad ipotizzare che l’evasione reale a Roma possa essere ben più alta, tanto da stimarla intorno al 35%. Con un danno economico di circa 90 milioni di euro ogni anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero