Cento milioni di euro di danno erariale, 300 procedimenti pendenti, 200 dei quali già arrivati a processo. E il ruolo d'udienza intasato per più di un anno,...
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L'APPELLO
La sentenza d'appello che ha segnato la svolta riguarda l'assoluzione di Cinzia Marani, ex dirigente del dipartimento Patrimonio, assistita dall'avvocato Stefano Rossi. Il 4 dicembre 2015 era stata condannata a restituire 40mila euro al Comune per l'affidamento di un appartamento in via Sabotino all'associazione Assoforum, avvenuto nel 2009. L'affitto, come prevede la delibera del 1996 sulle concessioni alle onlus con valenza sociale, era scontato dell'80 per cento: da 3.079 euro al mese era passato a 615. La dirigente, poi trasferita alle Risorse umane, aveva 120 giorni per verificare i requisiti dell'associazione e perfezionare una regolare concessione. Il termine, però, non sarebbe stato rispettato. Da qui la contestazione di danno per le casse comunali e la condanna. Ora, i giudici d'appello hanno ribaltato la decisione di primo grado, ponendo anche l'accento sull'incuria in cui ha versato per anni il dipartimento che, con carenza di risorse e «inarrestabile riduzione del personale», ha dovuto gestire da solo l'«abnormità del patrimonio del Comune». La conseguenza è stata «l'ingolfamento dei procedimenti per le concessioni provvisorie». Un ritardo che, scrivono i giudici, non solo non sarebbe imputabile ai dirigenti, ma non avrebbe configurato nessun danno erariale. La riacquisizione dell'appartamento, infatti, «non avrebbe determinato vantaggi per l'Amministrazione», visto che il bene sarebbe dovuto essere sempre assegnato ad associazioni del terzo settore e il canone percepibile non sarebbe stato diverso da quello pagato da Assoforum.
FINE SOCIALE
Nelle sentenze arrivate da maggio a oggi si segue la stessa linea. Per i giudici, le concessioni erano regolari, visto che «i locali individuati, destinati a pubblica utilità, non erano utilizzabili come immobili da affittare». Si trattava «di beni non fruibili e per i quali era prevista un'utilizzazione a prezzo ridotto». Tradotto: i locali, che fanno parte del patrimonio indisponibile del Campidoglio, dovevano essere affittati a canone scontato per finalità pubbliche. I magistrati hanno messo nero su bianco che in questo caso non si tratta di «affittopoli» vera e propria, che riguarda invece «casi di morosità per locazioni di appartamenti del patrimonio disponibile». Il filone relativo agli affitti irregolari ai privati, infatti, finirà a processo nel 2018 e solo per il I Municipio si ipotizza un danno erariale da 18 milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero