Bimbo piange al check-in dell'aeroporto scoperta messinscena di clandestini

Bimbo piange al check-in dell'aeroporto scoperta messinscena di clandestini
Hanno architettato una messinscena per emigrare clandestinamente in Canada ma a farla scoprire agli agenti della polizia di frontiera, all'aeroporto di Fiumicino è stata...

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Hanno architettato una messinscena per emigrare clandestinamente in Canada ma a farla scoprire agli agenti della polizia di frontiera, all'aeroporto di Fiumicino è stata l'insofferenza al check-in di un bambino «prestato», assieme ai passaporti per il viaggio da una donna ad una coppia che doveva fingersi come i suoi genitori. La vera madre del bambino, una 21enne nigeriana, è stata così arrestata dalla polizia per favoreggiamento all'immigrazione clandestina mentre la coppia, sempre nigeriana, è stata respinta alla frontiera.




Tutto è cominciato in fila al banco accettazione della compagnia Transat per il volo diretto a Toronto: un bimbo di 2 anni, che era assieme ad un uomo di 26 anni ed una donna di 22 in possesso di passaporti canadesi, ha cominciato a mostrare forti segni di insofferenza sfociati in un pianto irrefrenabile che, invano e a lungo, la coppia ha cercato di placare. Il bambino si è però poi «improvvisamente» calmato solo all' apparire di un'altra donna, anche lei in fila al check-in, che l'ha abbracciato e con la quale ha mostrato di avere una certa familiarità. Alcuni agenti, nel notare la scena, si sono insospettiti ed hanno deciso di vederci chiaro: il quartetto è stato così sottoposto a controlli che hanno svelato che i documenti della coppia, pur con una certa somiglianza nelle foto, erano in realtà appartenenti alla donna, vera madre del bimbo ed in possesso di un biglietto Toronto-Roma-Toronto e di un documento nigeriano del marito 26enne, assente. L'utilizzo del bambino e il passaggio dei documenti era proprio mirato per orchestrare meglio una messinscena all'imbarco e l'immigrazione clandestina in Canada della coppia, che aveva invece un biglietto Roma-Toronto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero