Joanna Toole amava farsi chiamare Giovanna all'italiana. È lei una delle vittime straniere, ma residente da tempo nella Capitale, scomparsa nello schianto del Boeing...
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IL PROGETTO. «Un lavoro che permette di recuperare tutte le reti che si perdono e che comunque continuano a pescare e ad inquinare», spiega Audun Lem, vicedirettore della divisione di pesca ed acquacultura della Fao che conosceva la giovane da molto tempo. «Joanna aggiunge aveva messo a punto anche un metodo per il recupero dei materiali e per il loro riutilizzo, il progetto è già operativo perché approvato dal comitato di pesca e dal presidente della Fao lo scorso luglio».
Ora il programma sta per andare in stampa e i colleghi pensano anche di arricchirlo con un ricordo in sua memoria da aggiungere al testo. «Era una donna molto semplice ma dotata di un grande entusiasmo», aggiunge ancora il vicedirettore della sua sezione. Il papà Adrian, sconvolto per aver perso la figlia in quel terribile incidente, ha chiesto ai colleghi di portare avanti il lavoro di «Jo perché solo in questo modo non ne potremmo mai avvertire la mancanza». Un triste destino per una donna che «solo giovedì scorso aveva compiuto 36 anni e il venerdì seguente, prima di partire per un'importante conferenza conclude Audun Lem aveva organizzato una festa con tanti amici. Era molto intraprendente e le piaceva il suo lavoro, a volte ci fermavamo a parlare di una passione comune, ovvero quella per lo yoga. Ci mancherà». Ieri pomeriggio i suoi colleghi e i vertici della Fao, compreso il presidente José Francisco Graziano da Silva, si sono riuniti all'esterno dell'organizzazione con sede all'Aventino per celebrare insieme un momento di preghiera.
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Il Messaggero