Anche gli adulti giocano con le figurine

Anche gli adulti giocano con le figurine
​Hanno misteriosi foglietti pieni di numeri cancellati in tasca. E si danno altrettanto strani appuntamenti. Dietro all’edicola di San Pietro ogni domenica,...

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​Hanno misteriosi foglietti pieni di numeri cancellati in tasca. E si danno altrettanto strani appuntamenti. Dietro all’edicola di San Pietro ogni domenica, all’Eur, in Caffarella, al bar di Marconi, davanti a scuola. Adulti con lo sguardo sornione, stringono in mano mancoliste delle figurine dei calciatori Panini. Seguono gli scambi - ce l’ho, mi manca, ce l’ho - con lo scrupolo che i bambini non hanno, consigliano, s’intromettono. E maneggiano amorevoli quel mitico album delle figurine, che sarebbe dei figli/nipoti. Si occupano di ordinare con cura i doppioni, raccoglierli in un elastico. Ricordano i nomi e i numeri dei giocatori che mancano senza trascriverli, sfogliano quelle pagine con delicatezza e competenza. A volte si concedono pause mistiche, che il momento sia opportuno o meno, riducono gli occhi a fessure e tornano dov’erano rimasti, ad attaccare figurine come tanto tempo fa. L’album è un po’ anche loro. Si deve a molti adulti spesso se continua a entrare in casa e nelle simpatie di bambini che sanno usare un computer ma nemmeno ancora sanno leggere. Una vecchia storia, ancora aperta, dà l’illusione che un figlio sfogli qualcosa di simile a un libro. Ogni occasione, un premio, una consolazione, è buona per comprare un pacchetto di figurine. «Allora, lo apriamo?», il gioco comincia a sera sul divano. E continua in rete, dove su gruppi Facebook e google si scambiano doppioni, c’è chi se li spedisce e chi si dà un appuntamento e si incontra davvero. Padri e figli, figurine d’un gioco che è davvero tutto loro.
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Il Messaggero