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I SOCCORSI
Qualche pusher aspetta in un angolo l'arrivo del cliente, mentre il tempo trascorre lentamente e Capelvenere si anima. Poi all'improvviso tra il ferito, appena 19 anni, e il suo aggressore, un cittadino di origine egiziana di 24 anni, scoppia una lite. «Futili motivi», spiegano i carabinieri. Forse una parola di troppo pronunciata dal ragazzo che ha mandato su tutte le furie il nordafricano. L'uomo tira fuori un coltello di medie dimensioni e affonda la lama nel basso ventre del diciannovenne.
Un fendente che gli toglie il fiato e lo fa crollare a terra dove il suo aggressore lo lascia in un lago di sangue. Il personale dell'Ares 118 arriva in pochi minuti e trasporta in codice rosso il giovane al pronto soccorso dell'ospedale Giova Battista Grassi dove i medici lo stabilizzano e intanto cercano un posto in un altro nosocomio della Capitale.
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Appena arriva il via libera, il ragazzo viene trasferito al San Camillo e ricoverato nel reparto di medicina d'urgenza, dove si trova tutt'ora non in pericolo di vita. Qualche ora dopo il ferimento scattano anche le indagini dei carabinieri della stazione di Acilia che ascoltano tutte le persone presenti in piazza e acquisiscono i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. Passano al setaccio le immagini di quella sera fino al momento del ferimento. Riescono a isolare l'autore del fendente e lo mostrano ai testimoni dell'aggressione che lo riconoscono. Gli investigatori passano così al setaccio tutti i posti dove potrebbe essersi rifugiato. Poi qualche giorno fa la svolta. L'uomo era ospite a casa di un amico. È lì che i carabinieri lo trovano, lo arrestano per tentato omicidio e lo accompagnano nel penitenziario romano di Regina Coeli. «Piazza Capelvenere è abbandonata da Dio e dagli uomini dicono i pendolari della Metromare spesso vediamo sbandati ubriachi che litigano tra loro, ragazzi che rapinano loro coetanei. Una situazione fuori controllo, insomma, che non ci fa stare tranquilli».
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