I costruttori a Marino: «Un anno di niente». Il sindaco rilancia e strappa un applauso

I costruttori a Marino: «Un anno di niente». Il sindaco rilancia e strappa un applauso
Il titolo del libro distribuito ai presenti parla da solo: Un anno di niente. Seguono le pagine vuote e completamente intonse del libro. Un regalino che l'Acer ha distribuito...

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Il titolo del libro distribuito ai presenti parla da solo: Un anno di niente. Seguono le pagine vuote e completamente intonse del libro. Un regalino che l'Acer ha distribuito a tutti i presenti. A partire dal sindaco Ignazio Marino. Così i costruttori romani hanno aperto la settantesima assemblea all'auditorium della musica. In una sinfonia di critiche a chi governa il Comune e la Regione.




Garbato ma puntuale Edoardo Bianchi, presidente Acer, ha tirato le orecchie al Campidoglio, a poco più di un anno dal cambio di guardia politico. Un "non ci siamo" che è passato dal piano di dismissioni del patrimonio alla vendite delle società partecipate di secondo livello fino alla provocazione: vendetici Farmacap a noi e non avrà più 13 milioni di deficit.



In poche parole mattoncino dopo mattoncino è stato smontato nel merito l'efficacia reale del piano di rientro che il Comune ha presentato a Palazzo Chigi. L'unico vero plauso che Bianchi ha fatto a Marino è stato, invece, sul nuovo contratto decentrato del salario accessorio dei dipendenti comunali: operazione giusta perché premia il merito. Per il resto sono state più bacchettate che carezze.



E Marino? Il sindaco ha incassato le critiche, punzecchiando la platea con la formula retorica "sicuramente avrete protestato negli anni scorsi anche quando Ama assumeva mille persone, c'era il monopolio dei rifiuti a Malagrotta" e così via.



Nello schivare i colpi per poi rilanciarli con gli impegni presi e da prendere, il sindaco ha anche annunciato che presto sostituirà i sampietrini nelle vie molto trafficate, specie dai mezzi pesanti, per sostituirli con un più sicuro asfalto.



Insomma un botta e riposta serrato seppur nel segno del "caro Ignazio", "caro Edoardo".



E alla fine, dopo una partenza in salita, il chirurgo dem ha strappato anche un applauso - l'unico ma è comunque una notizia - alla platea. E' successo quando ha raccontato di aver piegato i cartoni che una commerciante di via Archimede aveva lasciato fuori dai cassonetti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero