Roma, i comunali e la truffa della 104: un dipendente su 4 in permesso

Roma, i comunali e la truffa della 104: un dipendente su 4 in permesso
Oltre mezzo milione di turni cancellati ogni anno per malattie, congedi parentali e licenze varie, di cui 124 mila solo per i permessi della legge 104. È un conto salato...

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Oltre mezzo milione di turni cancellati ogni anno per malattie, congedi parentali e licenze varie, di cui 124 mila solo per i permessi della legge 104. È un conto salato quello che paga il Campidoglio (e quindi i romani) per colpa degli assenteisti. I numeri sulle giornate di lavoro perse perché i dipendenti comunali di Roma hanno dato forfait sono nero su bianco in un dossier interno, intitolato Conto del personale. L'ultimo rapporto elaborato da Palazzo Senatorio risale al 2016 e dice che i giorni bruciati per le assenze sono stati 539.082. Senza calcolare le ferie, gli scioperi, i corsi di formazione organizzati dall'amministrazione e altre licenze non pagate.


SCRIVANIE VUOTE
Soltanto sfruttando la 104, dicevamo, i dipendenti capitolini si sono assentati in un anno 124.707 giorni. Del resto un comunale su quattro ha dichiarato di avere un parente invalido da assistere. I permessi per malattia, sempre retribuiti, hanno prodotto 209.435 giornate non lavorate. Per i congedi parentali, le licenze di maternità e i permessi per la malattia dei figli si sono persi altri 68.239 giorni. Numeri che prendono in considerazione solo i 24 mila lavoratori del Campidoglio, mentre da questo conteggio sono tenuti fuori altri 23mila dipendenti pubblici, quelli che lavorano nel sottobosco delle partecipate comunali, dall'Atac all'Ama, dove il tasso di assenteismo è addirittura superiore a quello dell'amministrazione centrale. E dove, soprattutto, nei cavilli degli accordi sindacali firmati in passato si nascondono licenze quantomeno bislacche, come il congedo per andare a messa o quello per fare un trasloco. Fino a qualche tempo fa i dipendenti delle Assicurazioni di Roma avevano addirittura un permesso orario per le «operazioni bancarie», cioè per andare al bancomat. Nel contratto è rimasto un giorno di riposo, sempre pagato, per chi deve traslocare da una casa all'altra.

LE PARTECIPATE
All'Atac, gravata da un debito di 1,3 miliardi di euro e con quasi 12 mila dipendenti, il livello di assenza nell'ultimo rapporto trimestrale sfornato (da ottobre a dicembre 2017) è stato del 12,8%, sempre senza contare le ferie, di cui il 5,7% per malattia e quasi il 3% per i congedi della 104. Il picco è tra gli addetti al «supporto di esercizio», che hanno sfiorato il 19% di assenze, vacanze escluse, oltre la metà dichiarando problemi di salute.
Nello stesso periodo, all'Ama si è assentato il 16,4% dei lavoratori, il 7,3% per malattia, un dato in crescita di quasi due punti rispetto al trimestre precedente. Nel 2014 l'ex sindaco Ignazio Marino denunciò che nella municipalizzata dei rifiuti, «su 8 mila dipendenti quasi 2 mila accedono ai diritti della legge 104».

Tra i dipendenti del Comune, i più cagionevoli sono quelli del Dipartimento delle Politiche educative e scolastiche: qui il tasso di assenze per malattia è stato dell'8,3%, come rivela l'ultimo calcolo di dicembre. Alla voce 104, invece, il primato spetta ai vigili urbani del gruppo Tiburtino, che svettano in cima a questa speciale classifica con il 4,66% delle assenze, maturato sempre nell'ultimo scorcio dell'anno passato.
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Il Messaggero