OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
RIETI - Dove andiamo a prendere il caffè? Da Filomena! E a fare la spesa? Da Filomena! Sigarette e gelato? Da Filomena, naturalmente. “L’Emporio di Filomena”, sulla piazza di Vacone, non è solo un negozio, è anche punto di riferimento e luogo di aggregazione, di quelli che vendono un po’ tutto e ti accolgono come a casa.
La titolare è Filomena Minicucci, classe 1971, ultima donna nata in casa nel paese reatino: «Dopo, sono andate tutte a partorire in ospedale, a Rieti o Terni». Vacone oggi conta circa 235 residenti, un dispensario farmaceutico aperto due giorni a settimana di pari passo con la presenza del presidio medico, un ufficio postale funzionante a singhiozzo con un bancomat decisamente poco efficace. La stazione dei carabinieri di riferimento è quella della vicina Cottanello, il bar non pervenuto. L’unico negozio del paese però resiste, ed ha attraversato le generazioni: «Lo aprì Giovanna, la madre di zia Adele, negli anni ‘50. Morì a sessant’anni, per cui zia lasciò il lavoro alle Poste per dedicarsi all’attività. Aveva la vecchia licenza, di quelle con cui puoi vendere un po’ tutto: dagli alimentari alla ferramenta, un po’ di abbigliamento, i tabacchi», dice Filomena. Dopo trentotto anni di lavoro, Adele decide di godersi il meritato riposo, sparge la voce su chi fosse interessato a rilevare l’Emporio, ma non se ne fa nulla.
Il deserto. E il 31 dicembre 2019 l’anno di Vacone si chiude con la saracinesca del suo unico negozio che si abbassa.
La ripresa. Senza feste o inaugurazioni, perché l’Emporio rialza la serranda il 7 aprile 2020, nel pieno del lockdown dovuto alla pandemia. «Mi hanno dato della matta e forse un po’ lo sono, ma sono anche una donna che non si è mai fatta spaventare. Il periodo era complicato, la gente aveva paura. Ho messo la macchinetta per il caffè con le cialde, con i clienti facevamo colazione insieme, due parole di conforto vicendevole, poi la spesa. Ai malati e agli anziani la portavo a casa, correvo qua e là».
In concomitanza con un’epoca terribile, il negozio sotto casa, l’energia e la battuta pronta di Filomena sono come una manna dal cielo per Vacone, e alcuni non smettono ancora di ringraziarla per la sua scelta controcorrente.
Oggi quella macchinetta è rimasta, in un paese senza bar è diventata quasi vitale: «Sono un po’ caffeinomane anch’io, credo sia un piacere da condividere e non volevo che le persone se ne privassero». Ma da Filomena vengono anche tanti ragazzi per un panino o un gelato. E chi ha qualcosa da promuovere lascia il volantino pubblicitario sul frigorifero, in modo che tutti sappiano cosa succede o c’è da fare in paese o nelle vicinanze: «Fungo un po’ anche da ufficio turistico e ufficio informazioni, normale sia così. Qualcuno viene invece anche solamente per scherzare, magari si passa un po’ di tempo in allegria».
E mentre si scelgono gli affettati o le mele, si discute del più e del meno: «Hai sentito chi è morto? L’hanno detto ieri sera al telegiornale, ma sarà vero?». Filomena ci ride su: «Parliamo del più e del meno, ma come regola non scritta tutti sanno che non voglio si scada nel pettegolezzo cattivello, quindi se superano il limite, non glielo mando a dire. Patti chiari amicizia lunga».
Dopo tre anni, quella decisione così sofferta può dirsi azzeccata: «Non mi lamento, ho lavorato sempre, la grande soddisfazione è quella di essere ancora qui, ad aprire tutte le mattine la mia serranda alle 9». Ma Filomena è una donna che ama le sfide, non propriamente il tipo che si crogiola nella quotidianità. «Avevo interrotto la scuola superiore e mi sono rimessa a studiare per prendere il diploma: se tutto andrà liscio, l’anno prossimo farò l’esame di Stato insieme a mio figlio Tommaso e poi mi iscriverò a Psicologia. Vedremo come andrà, quel che è certo è che mi organizzerò a prescindere, perché il mio Emporio non ho certo intenzione di mollarlo»
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero