Il vecchio e mai realizzato sogno della ferrovia per Passo Corese Vedi i documenti di inizio '900

Uno dei documenti
RIETI - Siamo nei giorni della sperimentazione, non brillante, dello scambio gomma-rotaia per raggiungere Roma, ma è sufficiente fare un salto nell'archivio storico di...

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RIETI - Siamo nei giorni della sperimentazione, non brillante, dello scambio gomma-rotaia per raggiungere Roma, ma è sufficiente fare un salto nell'archivio storico di Casperia per accorgersi che scelte e situazioni che sembrano nuove, in realtà 110 anni fa già esistevano. Della necessità impellente di collegamento fra i territori se ne parlava già alla fine del 1800.








Come anche era evidente, sempre nello stesso periodo, l'antagonismo tra il capoluogo di provincia e la Sabina, che sembra figlio dei nostri giorni e invece non lo è. Basta dare uno sguardo ai documenti scoperti, durante il riordino dell'archivio, da Lorenzo Capanna, giovane asprese laureato in Scienze geografiche.

«Si tratta di una delle tante storie interessantissime in cui ci imbattiamo regolarmente - ha raccontato Marco Cossu, consigliere delegato ai Beni culturali -. Da due anni, nell'archivio storico di Casperia, stiamo investendo tempo e risorse nel riordino di tutto ciò che è stato registrato dal 1861 fino agli Settanta del Novecento. C'è una mole considerevole di documenti, attraverso cui è possibile ricostruire la storia più vicina a noi, trovando risposta a tanti interrogativi».

«E' stata una scoperta fortuita - ha aggiunto Capanna -. Aprendo un faldone è saltata fuori una cartellina contenente delibere, lettere e dati relativi alla ferrovia Rieti-Corese». Era il lontano 1903 quando il consiglio comunale di Casperia, allora Aspra, deliberò all'unanimità di rifiutare di far parte di un consorzio per la costruzione della ferrovia Rieti-Corese (Fara Sabina) proposta dal Comune di Rieti. Le cose sarebbero potute cambiare solo se il tracciato della ferrovia fosse stato modificato.



IL PROGETTO


L'obiettivo dei sindaci sabini era farla passare nella valle della Farfa con stazioni a Granica e Ponte Buida. Come si evince chiaramente da una lettera del 1907, con la quale il sindaco di Montopoli chiede ai colleghi di mobilitarsi a difesa del progetto originario. «Ultimamente - si legge - si è costituita una società per la costruzione della ferrovia Ascoli Piceno-Rieti-Corese e ne è seguito un tracciato che venne ad abbandonare la valle del Farfa lasciando completamente in disparte i due mandamenti di Fara Sabina e Poggio Mirteto. La parte più importante della Sabina che tanto danno risente dall'attuale isolamento, verrebbe a perdere ogni possibilità di avere quelle comunicazioni ferroviarie che da lungo tempo legittimamente attende». Alla fine quella ferrovia, il cui tracciato oggi farebbe alzare le barricate agli ambientalisti, non si è fatta. La Bassa Sabina è collegata su rotaia a Roma, Rieti prova ad arrivarci, ma gomma e rotaia ancora scambiano male, e il capoluogo di provincia e la Sabina si contendono il timone dello sviluppo. Insomma, sembra ieri. Ma è oggi e forse sarà anche domani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero