Rieti, Trancassini dice basta alla festa di Halloween: «Usa la testa non la zucca»

Rieti, Trancassini dice basta alla festa di Halloween: «Usa la testa non la zucca»
RIETI - «L’essere cristiani, la famiglia e la patria, sono i valori sui quali una volta riflettevamo nei primi giorni di novembre. Oggi invece, una festa che non...

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RIETI - «L’essere cristiani, la famiglia e la patria, sono i valori sui quali una volta riflettevamo nei primi giorni di novembre. Oggi invece, una festa che non è la nostra, si è presa completamente la scena di questi giorni, archiviando tutto il resto».


E' Paolo Trancassini, deputato reatino di Fratelli d’Italia e sindaco di Leonessa, a proporre ai suoi cittadini, da anni ormai, una interessante riflessione affinché riscoprano momenti di grandi valori e di identità nazionale.
«Halloween? No grazie! Ricorda, hai le tue radici. Usa la testa non la zucca», recita il post su facebook pubblicato dal sindaco, che ha ricevuto numerose condivisioni da tutta Italia.

«Questo forse vuol dire che in molti hanno voglia di riscoprire valori profondi», commenta Trancassini, che aggiunge: «Il fatto che si sia archiviata quella stagione, è un problema. Forse, la nostra è l’ultima generazione che ha sentito raccontarsi le storie dei bisnonni al cimitero, oggi anche la nostra identità si è annacquata. Probabilmente è stato un nostro errore, di noi che non abbiamo vigilato attentamente sui nostri figli».

«Mia madre – ricorda Trancassini – Mi ricordava di andare a messa il primo novembre, anche dopo che mi sono sposato. La nostra generazione non trasmette più tutto questo ai figli. Tutto è cominciato proprio quando ho chiesto a mia figlia se sapesse cosa si festeggiava il primo novembre. Quando mi ha risposto halloween, volevo inizialmente fare una piazzata a scuola. Ma poi ho riflettuto sul fatto che il problema ero anche io, che non avevo saputo trasmettere valori di riferimento. Vedere come halloween, che non è la nostra festa, si sia presa completamente la scena di questi giorni, archiviando valori importanti come la patria, la famiglia e l’essere cristiani ci dovrebbe indurre a riflettere, anche come italiani.


Molti problemi nascono dal fatto che non abbiamo una identità nazionale. Cent’anni fa si concludeva la più grande guerra mai vista con l’Italia che fu tra le potenze vincitrici, il Piave, i ragazzi del ’99....Abbiamo vinto la guerra e non festeggiamo la vittoria. Altre nazioni avrebbero costruito campagne nelle scuole ed enfatizzato quegli eroismi, noi invece continuiamo a riempirci le case di zucche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero