Gli studenti reatini dei tre centri di formazione professionale in gita in Sicilia scoprono dal vivo cosa significhi la lotta alla mafia

Gli studenti reatini dei tre centri di formazione professionale in gita in Sicilia scoprono dal vivo cosa significhi la lotta alla mafia
RIETI - Dal 1 al 5 aprile gli studenti dei Centri di formazione professionale di Rieti, Amatrice e Poggio Mirteto dell’Istituzione formativa hanno vissuto un viaggio di...

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RIETI - Dal 1 al 5 aprile gli studenti dei Centri di formazione professionale di Rieti, Amatrice e Poggio Mirteto dell’Istituzione formativa hanno vissuto un viaggio di istruzione in Sicilia con il progetto «Scuola-Legalità».

 
La Sicilia occidentale è stata quindi la meta del viaggio d’istruzione per gli studenti dell’Istituzione formativa, che con i tre Centri di formazione professionale di Rieti, Amatrice e Poggio Mirteto ha preso parte al progetto Scuola – Legalità dal 1 al 5 aprile.

«Non la solita gita – raccontano gli insegnanti che hanno preso parte al viaggio – Si è trattato di un turismo responsabile che ha offerto agli studenti l’opportunità di conoscere le migliori energie presenti sui territori visitati. Siamo entrati in contatto con realtà sane, che si impegnano nell'affermazione dei principi di legalità e responsabilità con l’obiettivo di dare vita a circuiti economici e sociali in chiara discontinuità con quelli delle mafie. Una importante opportunità di crescita».

Un viaggio tra cultura e legalità quello degli studenti che, sbarcati a Palermo, hanno visitato il Parco archeologico di Selinunte, uno dei più grandi e straordinari siti archeologici del Mediterraneo. Poi la visita a Mazara del Vallo e un’intera giornata dedicata al progetto Legalità, in compagnia dei mediatori di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Tra le tappe nell’alto Belice Corleonese: Portella della Ginestra, Cantina Centopassi San Cipirello e Corleone. Gli studenti, rimasti catturati dal racconto delle loro guide, hanno approfondito la storia della mafia e dell’antimafia, con particolare riferimento al territorio, ai temi dei beni confiscati, alle leggi e alle attività produttive delle cooperative, nate su terreni confiscati. Si sono appassionati e incuriositi ai racconti delle ragazze di Libera, che li hanno guidati in questo cammino. «Non pensavano che la lotta alla mafia fosse così forte – commentano i docenti – Hanno fatto tante domande e si sono interessati ai fatti riferiti, comportandosi egregiamente». 


Il gruppo ha poi visitato anche i luoghi più rappresentativi della città di Palermo, prima di tornare a casa arricchito da questa esperienza, volta a sensibilizzare i partecipanti sui temi dell'educazione alla legalità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero