Separazioni consensuali: al tribunale di Rieti bastano due settimane. E' il più veloce del Lazio

Separazioni consensuali: al tribunale di Rieti bastano due settimane. E' il più veloce del Lazio
RIETI - Nella giustizia che punta a ridurre i tempi dei processi penali e civili, per centrare l’obiettivo del Pnrr e ottenere i fondi europei, spicca un piccolo...

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RIETI - Nella giustizia che punta a ridurre i tempi dei processi penali e civili, per centrare l’obiettivo del Pnrr e ottenere i fondi europei, spicca un piccolo primato tutto reatino: la rapidità con cui vengono definite le separazioni consensuali tra coniugi. Una durata che, in media, non supera i venti giorni, a volte il provvedimento del tribunale che sancisce la fine legale del matrimonio può arrivare anche in due settimane o, come accaduto in un caso recente, anche in tredici giorni. Un record, che non sembra correre il rischio di essere battuto, almeno nel Lazio (a Roma, la prima udienza di una separazione consensuale può essere fissata dal giudice anche a distanza di oltre un anno), risultato della sintonia che si è creata tra l’ufficio del presidente del tribunale, Pierfrancesco de Angelis, e la procura che deve vistare il provvedimento. 

L'organizzazione. «Siamo riusciti ad organizzarci con la mia segreteria per fissare rapidamente le udienze con gli avvocati, abbattendo i tempi precedenti troppo lunghi delle notifiche - spiega de Angelis, che a marzo 2023 siglerà cinque anni di permanenza a piazza Bachelet – con fascicoli che impiegavano una settimana per scendere dal secondo al primo piano, dove c’è la procura, e dieci giorni per risalire. Adesso è il pubblico ministero che invece sale direttamente ed esprime il parere. Aggiungo: stiamo lavorando per migliorare alcuni passaggi telematici utilizzando il sistema della procura in accordo con il capo dell’ufficio, e questo potrà ridurre ancora l’attesa per definire una separazione. Tutto questo – precisa il presidente – è possibile quando entrambi i coniugi rinunciano a comparire nell’udienza in cui il giudice deve operare il rituale tentativo di conciliazione, in caso contrario i tempi possono sensibilmente allungarsi. Possiamo dire che stiamo cercando, comunque, di dare risposte più rapide alla domanda di giustizia dei cittadini anche in campo civile e penale impiegando i funzionari assegnati a Rieti dal ministero per ridurre l’arretrato delle cause. All’inizio, delle quattordici unità destinate al nostro tribunale, ne sono arrivate solo otto, di cui due sono ora assenti in quanto si tratta di funzionarie in maternità». 

Situazione che va quindi a riflettersi in modo negativo sull’abbattimento dell’arretrato? 

«La realtà è che l’80 per cento il personale inviato dal ministero svolge in prevalenza funzioni amministrative, mentre solo il restante venti per cento è di ausilio ai giudici – sottolinea il magistrato - ma se nel civile non c’è stato un grosso miglioramento, nel penale dove i procedimenti pendenti sono oltre mille, per quanto riguarda l’ufficio del Gip registriamo una riduzione dei fascicoli che riguardano l’emissione di decreti di condanna penale o di archiviazione».

I dati, al 30 novembre, indicano nel civile una riduzione da 500 a 258 del numero delle cause pendenti ultratriennali, vale a dire quelle che devono essere abbattute secondo il criterio che ha ispirato le migliaia di assunzioni a tempo determinato decise dal ministero, mentre nel penale sono diminuiti i procedimenti pendenti davanti al giudice monocratico, «questo però potrebbe collegarsi al ridotto afflusso di procedimenti da parte della procura, dove ci sono meno iscrizioni, ma anche nel collegiale c’è un sensibile calo dei processi», chiosa il presidente, che ritiene comunque positivo il bilancio del 2022.

«In tribunale operano giudici molto bravi, lo prova il fatto che vincono concorsi difficili per andare in altri organismi giudiziari – conclude de Angelis – Semmai la nota sfavorevole, per un realtà piccola come Rieti, è che una sola assenza può incidere in modo negativo sulla distribuzione del lavoro». 

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Il Messaggero