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RIETI - La notizia del suo prossimo ritiro dalla squadra italiana di volo a vela ha prodotto, comprensibilmente, una piccola deflagrazione controllata. Giorgio Galetto che, alla soglia dei sessant'anni, si sfila la maglia azzurra dopo oltre trent'anni di onorate presenze e vittorie; l'indimenticato campione del Mondiale di Bayreuth '99 e del Grand Prix del 2011 vinto nella culla tedesca del volo a vela, alla Wasserkuppe, che tira le somme del passato e riconosce la fine di un ciclo concluso con due titoli iridati e decine di vittorie conseguite ovunque, con partecipazioni, fino ad oggi, in oltre 95 gare e trofei. L'uscita dalla nazionale guidata dal commissario tecnico Luciano Avanzini, Galetto l'ha comunicata con la sua proverbiale discrezione al termine delle premiazioni della Coppa Internazionale del Mediterraneo.
A domanda precisa del cronista, senza dilungarsi in tatticismi Galetto ha scelto la via breve della sincerità: «Quest'anno ho deciso di fermarmi. Non farò più parte della nazionale italiana e non prenderò più parte a campionati europei e mondiali - le parole dell'azzurro - L'ultima gara che farò, a livello internazionale, sarà andare a gennaio in Cile per partecipare al Grand Prix, dopo aver vinto le qualificazioni a Varese. Ma a parte questo ultimo appuntamento, non farò più nulla. Quest'anno ho compiuto 60 anni: ho vinto quattro medaglie Fai e due mondiali. Posso ritenermi appagato, quindi comincerò a fare le cose con più calma».
L'ADDIO
«Quando le notizie si leggono sui giornali, destano molto più scalpore che dette a voce fra gli amici» ride Galetto: «In realtà, la scelta di lasciare la nazionale l'ho comunicata questo inverno alla squadra: mi hanno chiesto di aspettare, di valutare, ma questa è la mia decisione. Non smetterò assolutamente di volare: farò le gare che mi piacciono, con più serenità e meno sforzo agonistico. Anche perché la stanchezza comincia a farsi sentire: ormai si fa fatica a fare due settimane tirate fra allenamenti e gare per un mondiale. Ho notato che facevo più fatica, e ho deciso di prendermela più comoda. D'altronde non ho mai partecipato a tutte le gare per le quali sono stato selezionato, un po' per impegni di lavoro e perché IL FUTURO
Chi sostituirà Giorgio Galetto in azzurro? «Il brutto - osserva - è che siamo tutti abbastanza vecchi per la nazionale: io, Vittorio Pinni, Thomas Gostner. E non c'è ricambio. In Italia non abbiamo neanche 2.000 volovelisti, non abbiamo i numeri, siamo troppo pochi e non abbiamo forza. Dalle altre parti, in Germania o in Inghilterra c'è un sostegno consistente: per la squadra nazionale comprano gli alianti, li tengono aggiornati, hanno istruttori qualificati: loro il bacino lo creano anche con le scuole. Certo, non siamo i soli a doverci arrangiare: alla fine, comunque, siamo supportati dall'Aero Club d'Italia per le gare internazionali nella propria categoria. Ma c'è stato un tempo in cui l'Aero Club d'Italia, fino alla fine degli anni Novanta, ci copriva interamente, poi ci furono anni in cui dovevamo provvedere da soli e solo ultimamente si è cominciato a dividere le spese».
Galetto tornerà a volare a Rieti? «Qui sono sempre tornato volentieri: sono stato assente soltanto quando c'erano impegni coincidenti con il lavoro o con gare per le quali ero già stato convocato.
Il Messaggero