Rieti, il reatino Orlando campione d'Italia U18 col Volley Segrate: «Ripagati i sacrifici che ho fatto»

A destra Andrea Orlando
RIETI - È Andrea Orlando, reatino, classe 2001, uno dei giocatori della formazione under 18 del Volley Segrate che battendo per 3-0 la Cucine Lube Civitanova ha conquistato...

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RIETI - È Andrea Orlando, reatino, classe 2001, uno dei giocatori della formazione under 18 del Volley Segrate che battendo per 3-0 la Cucine Lube Civitanova ha conquistato il titolo di Campione d’Italia. Il centrale, nonostante la sua giovane età ha già le idee molto chiare sulla sua vita e racconta l’esperienza in terra lombarda.


Da quanto tempo e come si è avvicinato alla pallavolo?
«Circa quattro anni fa, ero curioso di conoscere questo sport, ma purtroppo, a Rieti non essendoci società maschili ho deciso di iniziare ad allenarmi con una squadra femminile della città, l’anno successivo, per tre anni ho giocato con il Volley Team Monterotondo, era la squadra più vicina a Rieti e li sono cresciuto moltissimo e sono emerso giocando da titolare in serie C ed è stato al Trofeo delle Regioni che la dirigenza del Volley Segrate ha iniziato a seguirmi».

Città, amicizie e un cambiamento della sua vita, è stato difficile questo distacco netto lontano anche dalla sua famiglia?
«Inizialmente si, ma alla fine era quello che mi piaceva fare e che volevo. Mi sono fatto un esame di coscienza e pensando a Rieti e a quello che offre sotto tutti i punti di vista ho fatto la scelta migliore. Milano ti sveglia, è un realtà completamente diversa e mi ha fatto crescere molto a livello personale e mentale; oltre naturalmente esser cresciuto nettamente a livello pallavolistico. Li ho frequentato il liceo artistico e vissuto con altri miei compagani di squadra, trovando delle persone fantastiche».

Primo anno e subito scudetto, si aspettava questo finale di stagione?
«Non ci saremmo mai aspettati una vittoria per 3-0, ma è stata bellissima e per me credo che con il risultato ottenuto sono stato ripagato per tutti i sacrifici che ho fatto».

Che consiglio si sente di dare ai ragazzi che come lei hanno questa passione?
«Non saprei cosa consigliare, ma conoscono molti ragazzi intenzionati a crescere, purtroppo la pallavolo a Rieti è spesso oscurata dal basket e dal calcio, perché la pallavolo è vista come uno sport femminile, per esempio con l’atletica c’è una visione molto più aperta. Questa città non offre squadre che ti permettono di crescere oltre ad un certo livello».

Quale sarà la sua squadra il prossimo anno?

«Per ora mi prendo una meritata vacanza, poi ancora non so, quando inizieranno ad arrivare le prime risposte vedremo ma sicuramente non sarò a Rieti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero