Rieti, Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi sul Carro di Eretum

Vittorio Sgarbi a Rieti (Foto MELOCCARO)
RIETI - Sgarbi magistrali, buonissima la prima. Tutto esaurito per il...

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RIETI - Sgarbi magistrali, buonissima la prima. Tutto esaurito per il primo dei due incontri con il critico d'arte organizzati dalla Fondazione Varrone per illustrare le mostre d'arte in corso a Palazzo Dosi. La prima lectio magistralis ha riguardato l'esposizione "Strada facendo. Il lungo viaggio del carro di Eretum". Vittorio Sgarbi ha visitato l'esposizione prima di recarsi in un Auditorium Santa Scolastica gremito di persone e sold out fin dalle prime ore di prenotazione. "Un'occasione per il territorio e un'opportunità per comprendere meglio i pezzi importanti esposti", ha detto il presidente della Fondazione Antonio D'Onofrio, collegato in videoconferenza perché confinato in quarantena. "Quando ho visto Rieti in agenda ho pensato alla scuola caravaggesca, invece si tratta di archeologia, ambito nel quale sono dilettante, mi lusinga che la Fondazione Varrone mi abbia invitato per un tema che non padroneggio bene". In merito al ricco corredo funerario del principe di Eretum, Sgarbi apre una panoramica filosofica e antropologica sul rapporto tra uomo e morte. "Ho visto in mostra oggetti che sono andati ben oltre le mie aspettative, perché quando si scopre qualcosa sottoterra in genere gli oggetti non hanno particolare valore artistico, ma sono beni cari al defunto, destinati alla morte o forse ai fantasmi. Ho invece visto in questa mostra beni estremamente seducenti, sofisticati e di altissima qualità, come se i morti avessero voluto trasmettere qualcosa di vitale a me". Con la consueta inesauribile verve, il critico d'arte si è soffermato sulla situazione delle soprintendenze, "è sbagliato accorpare archeologia e belle arti", e aprendo curiose panoramiche d'opinione sullo stato dell'arte della lingua italiana: "Ci sono parole orribili come resilienza, o come fruizione". Passando per bizzarri aneddoti come quello del giapponese che voleva portarsi il Van Gogh nella tomba e senza risparmiarsi autocritiche: "Ho fatto tanta televisione anche di dubbio gusto, per comprare quadri e sculture, del denaro non mi importa nulla, mi importa solo traslarlo in opere d'arte". Tra tombaroli e archeologi passando per Leonardo, Bansky e i Bronzi di Riace, Sgarbi è il solito fiume in piena di spunti e storie che "fanno dei giri immensi" e poi tornano intorno al tema principale, senza mai interrompere il filo dell'attenzione di chi ascolta. Ora, appuntamento alla prossima puntata. Il professore tornerà a Rieti anche giovedì prossimo, stesso posto stessa ora, per la lectio sulla mostra "L’arte di Amatrice e Accumoli, dal terremoto alla rinascita". Posti già esauriti anche per il secondo appuntamento, capre se non vi siete prenotati. 

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Il Messaggero