RIETI - "Fuoco al cielo" è il suo ultimo romanzo. Lei è Viola di Grado, stimata autrice tradotta in 8 paesi. Proprio lei sarà oggi a Rieti dalle...
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Vladimir, infermiere di buona famiglia, non appartiene a questo luogo. È arrivato da Mosca, scegliendo di prendersi cura di chi non ha niente, delle persone dimenticate dal mondo. Tamara invece è nata e cresciuta nel villaggio, è insegnante e pensa ormai che ogni cosa sia destinata a contaminarsi e guastarsi velocemente. Incontrandosi, i due vengono sorpresi da una passione che invade ogni pensiero tanto da riuscire creare persino lì una possibilità di salvezza, laddove la natura è satura di veleno radioattivo.
Questo sentimento tenace sembra fargli da scudo contro le insidie che cela il reale, li rafforza e li divora insieme, finché un evento sconvolgerà le loro vite e le loro certezze.
Ispirato a un fatto di cronaca che ha disorientato il mondo, "Fuoco al cielo" racconta del male che appartiene alla Storia ma che si rintana anche all’interno di ogni amore assoluto: perché la “città segreta” non è solo un luogo reale di distruzione e segregazione, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni relazione, dove i confini tra il sé e l’altro si confondono e può bastare una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo.
L'AUTRICE
Viola di Grado è dell'87, per vocazione cosmopolita ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in Filosofia dell’Asia orientale. Esordisce con "Settanta Acrilico Trenta Lana" (2011) – vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima e finalista all’IMPAC Dublin Literary Award - per firmare poi anche "Cuore Cavo" (2013), finalista al PEN Literary Award. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero