RIETI - Il consigliere delegato alla scuola e componente del Comitato Gemellaggi del Comune di Rieti, Letizia Rosati, insieme a Daniela Acuti, si sono recate nel weekend appena...
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Scopo del Patto è quello di aprire la città di Rieti ad iniziative innovative di tipo turistico-culturale che inevitabilmente stimoleranno altri ambiti di interazione. L’elemento forte è l’auspicato recupero da parte della Soprintendenza del Lazio (che ha già stanziato un primo finanziamento di 300.000 euro), della chiesa di Sant’Antonio Abate in Rieti, progettata dal Vignola nel 1570 sul modello della sua più celebre chiesa del Gesù di Roma. La visita a Vignola da parte delle rappresentanti del Comitato Gemellaggi porterà, attraverso un protocollo di Intesa firmato tra i due Comuni, a lanciare una proposta di rete alle Città che possiedono opere del grande architetto del tardo Rinascimento italiano. Il protocollo sarà così inviato ai comuni di Roma, Bologna, Piacenza, Parma, Norcia, Viterbo, Caprarola, Fara Sabina, Grotte di Castro e Capranica. Alcuni di essi hanno già dato approvazione informale al progetto.
«Ringraziamo gli amici di Vignola per la calorosa accoglienza. Sono stati giorni intensi di rapporti e scambi, nell’ottica di progetti di sviluppo comune per il futuro – dichiara il Consigliere comunale Letizia Rosati - Il ruolo di Rieti sarà centrale e strategico perché l’occasione del restauro della Chiesa di Sant’Antonio Abate vedrà un rinnovato interesse scientifico sull’opera dell’architetto vista la collaborazione con due prestigiose Università: la facoltà di Ingegneria-Architettura de l'Aquila e quella di Architettura della Sapienza di Roma. Il Protocollo prevede, quindi, una collaborazione triennale in preparazione della ricorrenza dei 450 anni della morte dell’artista nel 2023 con mostre fotografiche, eventi culturali itineranti, collaborazioni con associazioni di caratura nazionale come il Fai, attività di sensibilizzazione costante presso la Regione Lazio proprietaria dell’immobile. Essendo la Chiesa reatina l'unico immobile, tra i tanti dell'architetto, che versa in condizioni precarie a causa di un abbandono che dura da circa 50 anni, il sito reatino rappresenterà l’occasione unica e privilegiata per porre la nostra Città al centro di un rinnovato interesse e di una riscoperta filologica e critica del maestro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero