Rieti, nuovo vescovo: speranze di nomina entro Natale. Ecco cosa cambia con la sede vacante

Il vescovo Domenico Pompili
RIETI - All’indomani della nomina di monsignor Domenico Pompili, attuale vescovo di Verona, ad amministratore apostolico della diocesi di Rieti, come cambierà la vita...

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RIETI - All’indomani della nomina di monsignor Domenico Pompili, attuale vescovo di Verona, ad amministratore apostolico della diocesi di Rieti, come cambierà la vita liturgica del clero e dei fedeli reatini? La domanda è di quelle che fuori e dentro le parrocchie si fa di ora in ora più ricorrente. Facendo largo a un sentimento di smarrimento diffuso. Passato lo sconforto iniziale, grazie all’idea di non aver reciso del tutto il legame con don Domenico, si fa strada la lucida consapevolezza che un amministratore apostolico non è un vescovo e Verona non è Ascoli Piceno, raggiungibile in meno di due ore di macchina. Verona è una diocesi dieci volte più grande di quella reatina, in cui lo stile del bergogliano Pompili ha portato sì un ventata di novità, ma richiede al nuovo vescovo completa partecipazione nei primi mesi di cammino.

I passaggi. Insomma, il vescovo Domenico non è più il pastore di Rieti e la comunità spirituale sta cominciando già a farci i conti. Inoltre, il cambiamento sarà subito visibile nelle attività parrocchiali, in cui non verrà più esplitato il nome dell’ex vescovo. Tutto proseguirà, ma in maniera differente. «Il cammino della diocesi prosegue in questo tempo di sede vacante in cui monsignor Pompili sarà l’Amministratore apostolico fino alla nomina del nuovo vescovo», assicura a Il Messaggero padre Ezio Casella, direttore dell’Ufficio liturgico Chiesa di Rieti e parroco di Poggio Bustone, ma «dal primo ottobre, durante la messa e nella liturgia delle ore e nelle preghiere eucaristiche, non si dirà più il nome del vescovo; si potrà sostituire con l’espressione “Collegio episcopale”. Come indicato nel Cerimoniale dei vescovi, durante la sede vacante il clero e il popolo eleveranno frequentemente preghiere perché venga scelto un pastore che possa venire incontro alle necessità della Chiesa». L’invito rivolto a tutti i presbiteri è di celebrare almeno una volta la messa per l’elezione del vescovo. Con la sede vacante, come stabilito dal codice di diritto canonico, decadono tutti gli organismi in carica con la precedente reggenza, compreso quello del vicario generale del vescovo. Incarico ricoperto da monsignor Luigi Aquilini di Amatrice, designato da Pompili anche per esprimere vicinanza simbolica alla comunità di Amatrice, all’epoca appena colpita dal terremoto. «Per le celebrazioni più importanti - chiarisce padre Ezio - l’amministratore apostolico designerà di volta in volta il presbitero che dovrà presiedere». Ma la speranza del clero e dei fedeli è che il periodo di vacatio sia breve, tanto da augurarsi, come lo stesso direttore dell’Ufficio liturgico ammette, auspicando che «per Natale e per l’inizio delle celebrazioni della Valle del Primo Presepe ci sia il nuovo vescovo».

 

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Il Messaggero