Rieti, docenti nel Reatino ma residenti fuori regione: le prenotazioni del vaccino non vanno a buon fine

Vaccinazioni
RIETI - Alcuni insegnanti segnalano l’impossibilità di prenotare il vaccino antiCovid, in quanto residenti fuori regione. Limitandosi al Reatino, oltre 20 le...

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RIETI - Alcuni insegnanti segnalano l’impossibilità di prenotare il vaccino antiCovid, in quanto residenti fuori regione. Limitandosi al Reatino, oltre 20 le segnalazioni arrivate al sindacato Snals, da insegnanti che all’atto della prenotazione sulla piattaforma hanno fatto l’amara scoperta. Il meccanismo è semplice: si prenota inserendo il codice della scuola dove si presta servizio e poi i dati che richiamano alla residenza. E così, specialmente nelle scuole di prossimità - al confine con altre regioni - in cui capita che l’insegnante arrivi dalla vicina Umbria pur insegnando a Magliano Sabina o dall’Abruzzo o dalle Marche se per Cicolano o Amatriciano. A quel punto il sistema non accetta la prenotazione. «Un sistema che genera un problema al quale bisognerà ovviare in fretta - spiega Luciano Isceri, segretario provinciale dello Snals - anche perché si corre il rischio che l’insegnante continui a entrare in classe, magari proveniente da regioni arancioni o rosse e non si è potuto vaccinare. Tarare il sistema adeguandolo a questa problematica che sta emergendo non solo nel Reatino non credo sia impossibile».

La situazione
A confermare la situazione anche le “faq” per il personale scolastico pubblicate dalla Regione, che ribadiscono che la vaccinazione è destinata ai residenti nel Lazio. Restano esclusi perciò i tanti docenti che lavorano fuori regione. Alla specifica domanda: «Le persone residenti e assistite in un’altra regione possono prenotare la vaccinazione nel Lazio?», la testuale risposta è: “No, le persone residenti e assistite in un’altra regione non possono prenotare nel Lazio. Possono essere vaccinati i non residenti nel Lazio che hanno attivato il domicilio sanitario temporaneo e che sono quindi assistiti da un medico di base del Servizio Sanitario Regionale del Lazio».

 

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Il Messaggero