Rieti si prepara a fronteggiare l'ondata di profughi dall'Ucraina. Sono già trenta quelli giunti in città

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RIETI - Sono circa 30 gli ucraini, tutti donne e bambini, accolti finora a Rieti città. «Ma la situazione – spiega l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Rieti, Giovanna Palomba – è assolutamente fluida e in evoluzione. Di certo i numeri aumenteranno di molto». E, in questo contesto, ciò che conta e l’assessore Palomba non dimentica di ribadire è «la necessità della grande solidarietà di cui Rieti ancora una volta sta dando prova, confluendo nella rete messa a punto dalla Prefettura affinché nessuno resti fuori». Le caratteristiche di questa emergenza rendono il servizio sociale un riferimento irrinunciabile. 

Il piano. «Trattandosi di donne e bambini – spiega la Palomba - è giusto che si abbia una mappatura esatta delle presenze. Ad oggi siamo ad una trentina di persone accolte. Nella quasi totalità dei casi abbiamo una collocazione, perché vengono ospitate o da parenti che sono in loco o da conoscenze indirette. Tutti i procedimenti da seguire sono stati cristallizzati dalla Prefettura e dal punto di vista sanitario sono state espletate le fasi previste entro le 48 ore, senza alcun problema. Chi viene ospitato dalle famiglie è a carico di chi ospita, ma la rete solidale – sottolinea Palomba - c’è sempre e chi accoglie può contare sul supporto dell’associazionismo e del servizio sociale. Ecco perché importante il filtro di quest’ultimo, per captare i bisogni e le fragilità, specie dal punto di vista psicologico, che inevitabilmente ci sono e per i quali ci sono anche il Consultorio della Asl». Sul versante della solidarietà, Rieti si sta dividendo, grazie al prezioso contributo delle associazioni, tra le raccolte di medicinali e altri beni da inviare in Ucraina, e quelle di riversare a livello locale dove i bisogni cambiano e crescono quotidianamente. 

«E’ una situazione in movimento – prosegue l’assessore - ma ben gestita a livello istituzionale attraverso la rete capillare tessuta dalla Prefettura, in cui sono ben distinti i ruoli del Comune, della Questura, della Asl, dell’Ufficio scolastico provinciale e delle famiglie ospitanti e delle cooperative dei Cas. A differenza delle altre emergenze, a rendere tutto più complicato è l’imprevedibilità dei numeri. Mentre con il servizio Sprar le cifre dell’ospitalità, tanto per gli adulti quanto per i minori, sono chiare e stabilite con certezza, qui non è così». 

I bandi. Servono dunque strumenti e risorse per dare risposte celeri a situazioni delicate e in continua evoluzione. «Abbiamo predisposto un avviso pubblico per mediatori culturali che scadrà il 31 marzo ed è finalizzato a individuare figure che si occupino di prima accoglienza e di censimento delle presenze siano in grado di gestire le attività quotidiane e i rapporti interpersonali, che siano pronte a intervenire in caso di bisogno. Il secondo avviso – conclude l’amministratrice - è quello per reperire alloggi per emergenza abitativa e emergenza sociale e umanitaria. Lunedì (domani, ndr) farò il punto con le assistenti sociali per vedere quante disponibilità sono arrivate e analizzarle». 

La Caritas. Per dare risposta ai cittadini italiani e ucraini e contribuire al coordinamento delle offerte di accoglienza, domani aprirà in via Cintia 102, presso la sede dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, un info point organizzato dalla Caritas diocesana di Rieti in collaborazione con la comunità ucraina presente in città per affrontare l’emergenza causata dalla guerra in Ucraina. L’info point sarà aperto a partire dalle ore 9 dal lunedì al sabato. Sarà inoltre possibile contattare gli operatori al numero 0746 25 36 31. 

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Il Messaggero