Rieti, Gaetano Papalia ospita mamma e figlia dall’Ucraina: «Subito pronto all’accoglienza, le ammiro»

Gaetano Papalia tra le ospiti ucraine
RIETI - L’accoglienza necessita di benessere, inutile girarci...

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RIETI - L’accoglienza necessita di benessere, inutile girarci intorno. Occorrono fondi per vitto, alloggio, spese logistiche. Ma per accogliere serve anche un’altra essenziale qualità: e a Gaetano Papalia l’umanità non manca di certo. «Fin dai primi giorni di guerra in Ucraina mi sono reso conto che presto sarebbe iniziato l’esodo e che molte persone sarebbero arrivate in Italia. Per cui, mi sono messo subito a disposizione per ospitare». Si sbrigano le trafile burocratiche, i rapporti con la prefettura, poi quelli con il Comune di Rieti. E nella casa di campagna di Papalia, nella Piana reatina, spinte dal legame con una lontana zia, arrivano mamma e figlia: Irina e Polina, 43 e 17 anni. «Sono venute via da Rivne, nel nord-ovest dell'Ucraina. Una città a oggi non bombardata, ma dove suonano le sirene». La prima preoccupazione di Papalia va alla scuola per Polina: «Le mancano un paio di mesi alla maturità, era importante che ultimasse gli studi. Ma a questo sta pensando il governo ucraino: grazie alla didattica a distanza, Polina segue regolarmente gli studi, ogni mattina dal lunedì al venerdì». Stessa cosa, ma dall’altra parte della cattedra, per mamma Irina, professoressa di Economia e Finanza, che insegna a distanza ai suoi studenti di Rivne. «È un filo diretto con il loro Paese che prosegue in una duplice maniera - dice Papalia. - Da un lato il legame molto bello di tipo lavorativo-scolastico, dall’altro quello angoscioso che le lega all’attualità. Hanno una App che segnala loro i bombardamenti e di notifiche ne arrivano parecchie, giorno e notte”. Il pomeriggio, spazio a chiacchiere, lezioni di italiano, scambi di idee. «Sono persone deliziose e come età potrebbero essere mia figlia e mia nipote. Non solo mi fanno compagnia, ma ammiro moltissimo il modo con cui stanno vivendo il momento. Guardiamo le notizie, ma loro non piangono. Affrontano tutto a testa alta, con grandissima dignità: un grande insegnamento, per noi che ci lamentiamo di tutto, che abbiamo fatto storie anche nella pandemia per farci una puntura». Irina e Polina amano la bicicletta, la usano per raggiungere Rieti, e Gaetano ne ha subito fornite due. «Sono sorridenti e discrete, ma giustamente pensierose. Si rasserenano un po’ solo la sera, dopo aver sentito il papà rimasto in patria». Per scacciare i pensieri, a casa Papalia si organizzano serate a tema, e dopo una decina di giorni insieme la confidenza diventa maggiore: «Mi invento sempre qualcosa per alleggerire. Modestamente sono un bravo cuoco e loro fanno onore alla mia cucina. Soprattutto la ragazza, è molto italiana nelle abitudini, adora la pasta, la Nutella. E io ovviamente, provvedo».

 

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Il Messaggero