Rieti, Strade di transumanza patrimonio dell'Unesco: anche a Rieti una potenzialità turistica

Transumanza
RIETI - Strade di Transumanza patrimonio dell'Unesco anche a Rieti potenzialità turistica. E' quanto sostiene il...

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RIETI - Strade di Transumanza patrimonio dell'Unesco anche a Rieti potenzialità turistica.

E' quanto sostiene il professor Jean-Philippe Vaquier, che svolge una riflessione sul tema.
"In questo tempo pre-pasquale si fa ancora più forte l’evidenza che la pastorizia è da sempre, per noi europei, un simbolo evocativo - scrive Vaquier. - Proprio ora che è diventata ufficiale la candidatura della transumanza in Italia, Grecia e Austria a Patrimonio dell’Unesco si fa importante sottolineare i paralellismi in materia di potenzialità turistiche tra i percorsi della transumanza ed i cammini di fede. Il pastore non è soltanto una delle metafore più forti del Vangelo, il padre protettore del gregge che è il popolo dei fedeli, ma è anche una figura che ha segnato l’identità culturale dei molti luoghi in cui transitava.
In questo nostro territorio, la transumanza era principalmente quella che dall’Appennino portava a Roma, e questo non è stato senza lasciare tracce nell’identità di ogni territorio attraversato, inclusa la Capitale. Turisticamente parlando, la transumanza rappresenta almeno tre potenzialità per il nostro territorio. La prima è legata al piatto divenuto famosissimo che accompagnava i pastori lungo la loro attraversata fino alla campagna ed i mercati romani: l’Amatriciana. Il food è uno dei fattori decisivi dello sviluppo di una località turistica e la Provincia di Rieti ne possiede un esempio straordinario che dà senso ad ogni territorio attraversato dai greggi. Dal sale che i pastori sabini estraevano ad Ostia e che è l’ingrediente essenziale della salumeria, passando per l’olio della Sabina, ottimo per il soffritto, per il grano della Valle Santa che serve a preparare la pasta, e finendo con il guanciale e il pecorino delle montagne nostrane, ogni territorio contribuisce agli ingredienti dell’Amatriciana, che di riflesso dona senso ad una provincia a volte considerata troppo varia.
E’ proprio la transumanza a dare il senso e l’identità ad una Provincia composta unendo pezzi di Umbria, Abruzzo e Lazio, giacché ha saputo unire ogni pezzo di territorio in una ricetta che oggi fa parte delle grandi eccellenze culinarie italiane. Il secondo potenziale turistico legato alla transumanza nel nostro territorio è proprio quello di dare una identità al nostro prodotto turistico. La nostra è una terra dove sono nati gli imperatori Flavi, che hanno costruito il Colosseo, dove gli Angiò hanno fondato città uniche in Italia, dove San Francesco realizzò la maggior parte delle sue gesta e dove nell’antichità viveva il popolo sabino, fondatore di Roma, ma quel che rende la nostra Provincia unita ed unica è la sua transumanza che ha saputo unire Rieti con le culture abbruzzese, umbra e romana.

Infine, la possibilità di creare un percorso, sia esso a piedi o in macchina, che permetta al viaggiatore di esperimentare questa identità in cammino, dalla montagna alla Caput Mundi, permette a percorsi come la Strada dell’Amatriciana di competere con i Cammini di fede più importanti d’Europa, di completare l’offerta di Cammini di Fede come il Cammino di San Francesco e quello di San Benedetto. In questo periodo di interesse rinnovato per le potenzialità turistiche della transumanza, sarà presentato il mese prossimo il Quaderno di Viaggio di Roma e Lazio della rivista Marco Polo, dove sarà presente uno speciale di sei pagine sulla Strada dell’Amatriciana voluto dagli enti delle diverse realtà attraversate: i Consorzi fra aziende su strada di Amatrice, Accumoli, e Cittaducale, la Confcommercio di Rieti, il Comune di Borbona e le Comunità montane del Montepiano Reatino, del Turano e della Sabina". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero