Rieti, rivive il centro storico di Toffia

Rieti, rivive il centro storico di Toffia
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RIETI - Il libro di Greta Thunberg alle 18 e la presentazione del Progetto Ecomuseo "Monte degli Elci-Farfa" alle 19.00 dello scorso 13 agosto hanno caratterizzato il pomeriggio culturale della manifestazione.


Nel primo incontro erano presenti Alessandra Bonfanti della direzione nazionale di Legambiente e Sandro Mancini del circolo Legambiente Bassa Sabina. Letture dal libro “La nostra casa in fiamme” di Giada Zacchia.

La presentazione del libro della giovane attivista del movimento “Fridays for Future” è stato l’occasione per i due relatori di parlare dei mutamenti climatici e delle scelte che devono essere intraprese.

Nel secondo incontro hanno partecipato i Sindaci di Toffia Danilo Pezzotti, Poggio Nativo Veronica Diamilla, Mompeo Michela Cortegiani, l'Assessore alla Cultura di Fara in Sabina Paola Trambusti, la consigliera Romina D'Ascenzi per Castelnuovo di Farfa e l’architetto Maurizio Pettinari. Il progetto dell'ecomuseo inizia così il suo percorso che lo porterà alla candidatura prevista dalla legge regionale del Lazio sul riconoscimento degli ecomusei.

L’incontro è stato aperto dal Sindaco di Toffia, Danilo Pezzotti, che dopo aver ringraziato della loro presenza gli invitati, ha sottolineato il ruolo di promozione culturale della manifestazione “Riviviamo il centro storico”.

Confermando il sostegno al progetto, ha concluso con la precisa volontà di favorire la collaborazione e la partecipazione a progetti condivisi con gli altri comuni vicini per la promozione culturale e turistica del territorio. 
L’architetto Maurizio Pettinari ha presentato il Progetto dell’Ecomuseo suddividendo il suo intervento nel descrivere che cos’è un ecomuseo, come è strutturato, quali sono gli obiettivi che si prefigge e come è articolato l’ecomuseo “Monte degli Elci-Farfa”. Per ultimo è stato descritto il percorso con incontri pubblici che porterà al riconoscimento dell’ecomuseo, così come previsto dalla legge regionale istitutiva degli ecomusei.

Sono state descritte le grandi potenzialità del territorio ricco di qualità naturalistiche, paesaggistiche e storico artistiche. Tra queste il monumento naturale regionale delle Gole del Farfa, i due siti di interesse comunitario (Monte degli Elci e il fiume Farfa medio alto), l'abbazia di Farfa monumento nazionale, i resti dell'eremo di Monte San Martino, le grotte di epoca preistorica, i resti di borghi medievali e le qualità dei borghi medievali odierni di Fara in Sabina, Toffia, Castelnuovo di Farfa, Poggio Nativo, Mompeo. A questi vanno aggiunti i tanti percorsi naturalistici, la Via di Francesco, il Museo Archeologico di Fara in Sabina e quello dell'olio a Castelnuovo di Farfa.

Compito principale dell'ecomuseo sarà quello di restituire quel senso di appartenenza della comunità alle persone che ne fanno parte, trasmettere alle nuove generazioni quelle qualità immateriali rappresentate dalle tradizioni, usi, tecniche agricole, i saperi perduti nel tempo. Il tutto attraverso processi di coinvolgimento delle comunità locali, le scuole, per renderle visibili, fruibili come una vetrina ricca di "oggetti da museo" da esporre. Un ecomuseo è in conclusione un patto che coinvolge la parte pubblica (i Comuni) e la società civile, la comunità locale che si impegnano a prendersi cura del territorio.

Successivamente sono intervenuti gli amministratori, Sindaci per considerazioni finali sul progetto. Tutti hanno confermato l’adesione e il sostegno al progetto, la necessità di stabilire nuove relazioni di collaborazione tra Comuni per valorizzare i nostri territori sia dal punto di vista culturale che turistico.


Fare rete, condividere progetti e risorse sono state le principali tesi sostenute nei vari interventi, la strada giusta da seguire per crescere insieme. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero