Terremoto: nell'Amatriciano rimasto solo un piccolo campo con tende a Saletta

Tende
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RIETI - A due mesi dal sisma che ha sconvolto il centro Italia prosegue l’impegno del Servizio Nazionale della Protezione Civile: sono in fase di completamento, infatti, le attività di smontaggio delle ultime aree di accoglienza allestite, dopo la scossa, per chi non è potuto rientrare nelle propria abitazione.


A oggi sono 1.209 le persone assistite dal sistema di accoglienza, che ha raggiunto, il 5 settembre, un picco massimo di 4.807 persone, su un totale di 43 fra campi e strutture polivalenti. Le persone ancora alloggiate in tenda, ormai sono solo trentaquattro: 22 nelle Marche, per lo più in tende sparse sul territorio, mentre nel Lazio, nell’unico campo a Saletta, frazione di Amatrice, sono ospitate 6 persone, così come in Umbria dove sono 6 gli allevatori in tende nei pressi delle loro attività.

Ad Amatrice, come noto, con l’obiettivo di garantire un punto di riferimento e di supporto alla popolazione, rimarrà ancora aperta l’area di accoglienza di Saletta a cui si aggiungeranno 3 mense, gestite dalla Regione Lazio, ad Amatrice centro, Saletta e Torrita, in sostituzione di quelle che erano funzionanti nelle aree di accoglienza ormai chiuse.

Resta stazionario il dato dei cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive distribuite nelle province interessate dal sisma: sono complessivamente 896 - di cui oltre 400 negli hotel di San Benedetto del Tronto. Sono invece in 145 - tra abruzzesi, amatriciani e accumolesi - ad aver scelto di trasferirsi presso le abitazioni del progetto C.A.S.E., messe a disposizione nel comune dell’Aquila, o nei MAP localizzati in altri comuni d'Abruzzo. Restano, infine, 134 le persone ospitate in residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma del 24 agosto.


Con il completamento della chiusura delle aree di accoglienza, la gestione dell’emergenza entra in una nuova fase, che al momento vede oltre 2.600 operatori  dispiegati sul territorio tra gli appartenenti alle diverse strutture operative, ai centri di competenza tecnica scientifica, alle organizzazioni di volontariato nazionale, locale e delle colonne mobili e  alle aziende erogatrici di servizi essenziali. A questi si aggiunge tutto il personale delle amministrazioni statali e di quelle delle aree colpite dal sisma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero