RIETI - E' stato presentato nella Sala dei Cordari di Rieti "Tre e trentasei. Storie e immagini del sisma del 24 agosto 2016", Funambolo editore. Colarieti è...
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Presenti, tra gli altri, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, il direttore sanitario dell'ospedale de Lellis, Paolo Anibaldi, la direttrice della Cna di Rieti, Vincenza Bufacchi.
IL SINDACO PIROZZI
“In questi 9 mesi dal 24 agosto, abbiamo assistito a una solidarietà straordinaria - ha affermato il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi - abbiamo conosciuto persone eccezionali e c’è chi, tra volontari e forze dell’ordine, dal primo giorno non si è concesso un minuto di pausa. Purtroppo oggi, come volevasi dimostrare, dopo una prima fase in cui tante cose sono state fatte bene, ci si trova a combattere con delle norme che rallentano il processo di ricostruzione di Amatrice, ma che soprattutto rallentano il processo di ricostruzione morale delle persone della mia Comunità. E’ da quasi cinque mesi che dico che il problema sta nella burocrazia, siamo un Paese che i controlli li fa a posteriori, ma così non funziona perché vanno fatti prima e durante l’emergenza. Se qualcuno si fosse messo gli scarponi e avesse seguito giornalmente i lavori, metà dei milioni di metri cubi di macerie che ancora ci sono sarebbero già stati tolti. Oggi ci vuole molto coraggio, c’è il caos e tutti quei provvedimenti fatti bene rischiano di passare in secondo piano di fronte al disagio delle persone”.
FABRIZIO CURCIO
«Se le procedure che adottiamo non funzionano nell'ordinario, non vanno nemmeno in emergenza. Dobbiamo fare le cose nella maniera giusta, evitando il ricorso alla straordinarietà, sennò facciamo l'errore che con l'emergenza vogliamo bypassare ciò che non facciamo nell'ordinario - ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. - Noi siamo un popolo incredibile, in emergenza riusciamo a dare il meglio di noi stessi, ma è anche vero che se riuscissimo a fare squadra saremmo più performanti anche nell'ordinario, non solo nell'emergenza. Tre e 36, ma anche 3.32 all'Aquila, 4.03 in Emilia rappresentano orari in cui scatta improvvisamente qualcosa scatta, e dopo l'emergenza anche noi ci chiediamo se abbiamo seguito le procedure giuste». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero