Rieti, preparazione e base non sufficiente: per lo sci al Terminillo c’è da attendere

Il piazzale del Terminillo
RIETI - Gli oltre quindici centimetri di neve che, dal fine settimana a ieri, hanno colorato di bianco il Terminillo fanno già sognare amanti e operatori della stazione. E...

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RIETI - Gli oltre quindici centimetri di neve che, dal fine settimana a ieri, hanno colorato di bianco il Terminillo fanno già sognare amanti e operatori della stazione. E così - dopo la notte e la giornata di lunedì, caratterizzate da nuove precipitazioni nevose sulla montagna reatina - ieri, i tanti che dalla città alzavano il naso all’insù, già pregustavano un prossimo weekend corredato da sci ai piedi. Possibile sì, ma non troppo, per due ragioni, delle quali la prima è la più scontata.

Le motivazioni
Al momento, la neve che ricopre Pian de’ Valli e dintorni non è infatti ancora sufficiente per garantire la piena riapertura degli impianti, se non al massimo qualche “sciufulata” sul tappeto Togo. La seconda ragione mostra invece come era facilmente prevedibile che, prima o poi, sarebbero venuti a galla i postumi della querelle che per mesi ha visto contrapposti il Comune di Rieti e la società “Funivia del Terminillo”, che gestisce gli impianti: ovvero, quella proroga temporanea (fino ad aprile 2022) concessa solo il 20 ottobre scorso dal Comune alla società, dopo che per mesi non si era riusciti a trovare l’intesa sulla decisione di rilasciare una proroga pluriennale o temporanea.

I tempi


Se la concessione temporanea fosse stata concessa con svariati mesi d’anticipo, avrebbe consentito al gestore di avviare i lavori in tempo utile per non soffrire la prima nevicata. Perché la neve che continua ad accumularsi, oltre a fare bello il Terminillo, rischia tuttavia di mettere i bastoni tra le ruote alla conclusione dei lavori per rendere fruibili il prima possibile gli impianti: installazioni e verifiche che solitamente prendevano il via in estate, certi di concluderle a ridosso dell’inverno. Stavolta dunque, il gestore è riuscito a concentrare in poche settimane il lavoro di mesi, aiutato dall’assenza di neve: la quale però, ora, rischia paradossalmente anche di allungare i tempi del rush finale per garantire il ritorno sulle piste. E tutto questo escludendo nuovi giri di vite causati dal Covid.

 

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Il Messaggero