Rieti, Monte Livata «scippa» il titolo di montagna di Roma al Terminillo

Terminillo
RIETI - Mentre a Rieti infuria la battaglia su Terminillo Stazione Montana, Subiaco quatta quatta pianta sul Monte Livata la bandierina di «Montagna di Roma Capitale»....

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RIETI - Mentre a Rieti infuria la battaglia su Terminillo Stazione Montana, Subiaco quatta quatta pianta sul Monte Livata la bandierina di «Montagna di Roma Capitale». Mercoledì, durante il consiglio metropolitano (l'ex consiglio provinciale di Roma, ndr) è stata approvata la mozione di Marco Silvestroni, capogruppo di Fratelli d'Italia. Un corto circuito storico-politico, se si considera che negli anni Trenta, a dare al Terminillo (nella foto) l'appellativo di Montagna di Roma, senza l'orpello «Capitale» e senza bisogno di una delibera di consiglio, fu Benito Mussolini in persona. E una spina in più per Paolo Trancassini, l'alfiere del Terminillo, Fratello d'Italia pure lui, ma forse non abbastanza con Silvestroni. La notizia ha fatto il giro del web, subito inondato da fiumi di lacrime di coccodrillo. Giusto due mesi fa, era stato Gianni Alemanno, salendo in vetta al Terminillo, a twittare della bellezza della Montagna di Roma, subito rimbeccato da puristi (della geografia, evidentemente, e non della storia) che si scandalizzarono per questo. Ora lo «scandalo» è per Monte Livata, che con ben una moderna seggiovia quadriposto si prepara a ristampare loghi e marchi infilandoci «Montagna di Roma Capitale». Ma a togliere a molti romani Terminillo dal cuore, più che ieri Monte Livata, sono state negli ultimi trent'anni le montagne e le piste abruzzesi di Campo Felice, che hanno surclassato una montagna nobile, ma decaduta.


E siamo all'oggi, a quel Terminillo Stazione Montana nel quale Provincia e Comuni ripongono speranze di rilancio, ma litigando di santa ragione. A Trancassini che ieri spavaldamente ha chiuso la porta in faccia alla Provincia, dicendo che ormai è col Consorzio Smile che combatterà la battaglia per l'approvazione del progetto, replica il mite, ma seccato Giuseppe Rinaldi: «Vedo che Trancassini ha individuato il percorso più idoneo e celere per ultimare il progetto. Peccato non averlo saputo prima: come Provincia ci saremmo risparmiati un lavoro di coordinamento lungo e faticoso, che ha portato ad ottenere 22 su 23 pareri favorevoli alla conclusione. Noi siamo pronti a farci da parte, ma che ce lo dica con una delibera di consiglio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero