RIETI - «Federlazio considera il progetto Tsm2 una grande opportunità di rilancio per il territorio», inizia così la nota di Federlazio Rieti. «Non...
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«Il progetto Tsm2 ha sempre avuto una valenza notevole sin dalla sua elaborazione anni fa, in quanto permetterebbe finalmente di rilanciare un vero e proprio patrimonio del nostro territorio, che versa in uno stato di quasi abbandono ormai da troppo tempo - prosegue la nota - E dove si sono spese fin troppe parole senza mai passare a fatti concreti. Oggi però, dopo gli effetti devastanti dovuti al Covid-19 anche sulla nostra economia, il Progetto Tsm2 assume una portata decisamente più grande. Probabilmente oggi possiamo dire che l’approvazione del Progetto sia diventata “indispensabile” se vogliamo sperare in una ripresa (già difficilissima) dei nostri territori».
«Negli ultimi anni il Terminillo ha subito un lento ma progressivo declino, a causa essenzialmente del mancato rinnovamento dell’impiantistica invernale. Inoltre, il Terminillo soffre ancora oggi la concorrenza del vicino Abruzzo, che al contrario nel tempo ha saputo dotare le proprie montagne di moderni comprensori sciistici. Facendo quindi perdere una grande fetta di turismo derivante soprattutto dalla Capitale. Potrebbe essere quindi l’occasione (forse l’ultima) per far tornare competitivo un simbolo montano della nostra regione - continua la nota - Il Progetto Tsm2 nasce dalla constatazione di questa profonda crisi socio economica e prevede iniziative atte a sostenere e promuovere la ripresa di questo territorio».
«Il progetto, grazie alla realizzazione di nuovi impianti sciistici ed al riammodernamento degli impianti esistenti, potrebbe ridare linfa vitale all’economia locale. Inoltre, sarà possibile mettere in sicurezza dal rischio di frane e valanghe le infrastrutture e gli insediamenti presenti sul territorio - prosegue la nota - Il futuro del Terminillo può passare dallo sviluppo invernale (sci da discesa, snow board, sci di fondo) ma anche e soprattutto da quello estivo, grazie proprio ai luoghi straordinari di cui la zona è dotata. Recenti studi dimostrano come nel periodo estivo la montagna può far aumentare in modo esponenziale le possibilità di attrazione turistica e quindi di guadagno, grazie principalmente alle maggiori ore di luce disponibili e alle temperature decisamente più sopportabili per chiunque.
Il recupero di quasi 3.000 alloggi porterebbe ad avere nuovi posti di lavoro stimabili tra le 500 e le 1.000 unità, solo considerando il conseguente impatto su tutto il comparto edile e annessa filiera».
«Secondo le stime previste nel Business Plan del progetto, i costi di gestione del comprensorio ammontano a circa 1.600.000 euro nel primo anno, di cui circa 500.000 Euro per il personale, e oltre 3,2 milioni il secondo anno, per raggiungere un sostanziale equilibrio dal terzo anno con oltre 3 milioni e mezzo, di cui 1,3 milioni per il personale inerente agli addetti coinvolti nel progetto - continua Federlazio - La stima quantitativa sui posti di lavoro globali generati da questi investimenti si riverserebbe su tre componenti: Diretta (direttamente legati al funzionamento degli impianti), Indiretta (derivante da settori alberghiero, ristorazione, bar, ecc.) e Indotta (derivante dall’attivazione dell’intero sistema economico). A questi posti di lavoro si andrebbero ad aggiungere, inoltre, anche quelli legati alla realizzazione degli impianti».
«Nel complesso, quindi, le stime del progetto sull’occupazione totale derivante da tutti i settori coinvolti (impianti di risalita, scuole di sci, hotel, bar, pub, ecc.), equivalenti a 875 occupati, sono verosimilmente raggiungibili.
Inoltre, il settore turistico è un ulteriore fonte di reddito soprattutto nelle aree montane. E lo sviluppo di un “nuovo Terminillo” con conseguente afflusso di turisti, potrebbe fare da volano per tutto il territorio reatino notoriamente ricco di storia, spiritualità, prodotti tipici e borghi da visitare. Dalla stessa città di Rieti fino ai piccoli paesini, passando per la Valle Santa e i Santuari Francescani. Infine - conclude la nota - è fondamentale ricordare e sottolineare che il problema principale, il reperimento dei fondi, è stato già da tempo superato grazie allo stanziamento regionale di 20 milioni di euro con la D.G.R. n. 605 del 14.12.2012. Questo, unito ad un percorso ambientale e urbanistico definito nella preconferenza dei servizi, lascia molto vive le speranze di riqualificazione del territorio montano a livello economico, sociale, ambientale, culturale e occupazionale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero