Rieti, Terminillo: dopo 60 anni ritrovano l’hotel delle loro nozze chiuso e nel degrado

Il cartello affisso dalla coppia all'hotel chiuso del Terminillo
RIETI - ​Varcarono la porta dell’hotel Cristallo del monte Terminillo l’11 luglio del 1965, cinquantotto anni fa, due giovani sposini, freschi di nozze celebrate nel...

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RIETI - ​Varcarono la porta dell’hotel Cristallo del monte Terminillo l’11 luglio del 1965, cinquantotto anni fa, due giovani sposini, freschi di nozze celebrate nel vicino Templum Pacis dedicato a San Francesco. Momenti di grande gioia e di fasto, com’era splendente a partire dallo stesso nome la struttura recettiva di Pian de’ Valli.

L'involuzione. Oggi, su quello stesso portone, ormai dismesso e scolorito, c’è un cartello affisso da quella stessa coppia, che evidentemente è tornata, chissà da dove, nel luogo dove si era sposata e si è trovata davanti uno scenario ben diverso da quello di allora. Tra le righe, i bei ricordi di cinquantotto anni fa.

Il cartello. «Dopo aver firmato il registro dei matrimoni, a piedi venimmo in questo Albergo Cristallo - recita il testo del biglietto-cartello, affisso al portone, dalla coppia - il più bello e importante del Terminillo. Consumammo un lauto pranzo e salimmo nella migliore camera: passammo una settimana bellissima e piacevolissima». 
Gli sposini di allora, ormai evidentemente prossimi al sessantesimo anniversario di matrimonio, sono quindi tornati nei pressi dello stesso hotel, con palpabile delusione rispetto a quello che avevano vissuto tanti anni prima: va ricordato che erano gli anni Sessanta, un periodo storico, in generale, di grande rilevanza per il Terminillo.

Le vicissitudini. «Successivamente fu acquistato da un imprenditore, che promise di farlo diventare un hotel a cinque stelle - continua il testo del biglietto - e invece ebbe vita breve e fu miserevolmente chiuso. Come si può ben vedere, tutte le stelle stanno cadendo - si legge ancora nel cartello. - Dovrà rimanere per sempre in questo pietoso stato?».

Lo scenario. Un degrado che purtroppo dura da anni ed è ben visibile sulla struttura, che un tempo visse di tanto pregio sulla montagna reatina. 


Il cartello affisso su quello che era il portone si conclude con un appello: «Non esiste nessun investitore, locale o nazionale, amante della montagna o del Terminillo, che voglia seriamente pensare a una sua rifioritura? Se c’è, batta un colpo. Il Terminillo e i suoi frequentatori gli saranno grati e riconoscenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero