Rieti, “The robots are here”: viaggio in una didattica da sogno messa in atto dal Rosatelli

Rieti, “The robots are here”: viaggio in una didattica da sogno messa in atto dal Rosatelli
RIETI - The robots are here: non è un film di fantascienza, né la prospettiva di un progetto futuribile. È invece il titolo di un libro che raccoglie gli...

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RIETI - The robots are here: non è un film di fantascienza, né la prospettiva di un progetto futuribile. È invece il titolo di un libro che raccoglie gli esiti delle ricerche di due professoresse emerite della Buckingham University, Rosemary Sage e Riccarda Matteucci, originaria di Rieti, su esperienze didattiche innovative e buone pratiche, attuate nell’ambito della robotica educativa, da docenti italiani ed inglesi.


Nel testo in questione, ampio spazio è riservato all’Istituto di Istruzione Superiore Celestino Rosatelli di Rieti ed alle sue esperienze metodologiche.

Ancora una volta la scuola reatina si distingue a livello internazionale per la propria capacità di mantenersi al passo con i tempi, quando si parla di educazione della generazione Zeta, dei nati, cioè, fra il 1995 ed il 2010.
Alcuni dei progetti descritti riguardano il riciclo di oggetti in disuso, che acquistano nuova vita grazie all’IOT (Internet of things) e alle schede programmabili a basso costo (Arduino e Raspberry).

Gli studenti cooperano e si attivano per recuperare in maniera attuale, intelligente e creativa ciò che sarebbe destinato alla soffitta: lo fanno sotto la guida sapiente della professoressa Gabriella Gallo e del professor Sergio Pantaloni, da anni docenti del Rosatelli, la cui didattica si distingue per innovatività e professionalità.

Preparare le giovani generazioni a lavori che non esistono ancora, fornire loro competenze che non appartengono a film di fantascienza, accompagnarli nello sviluppo di un pensiero critico e consapevole, è il target che una scuola come il Rosatelli si propone da sempre.

E, a giudicare dai fatti, l’approvazione per le sue metodologie didattiche, anche a livello internazionale, costituisce un feedback quanto mai positivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero