Stazione Strampelli, la Giunta Sinibaldi approva richiesta per rinascimento di bene di interesse culturale nazionale

Stazione Strampelli, la Giunta Sinibaldi approva richiesta per rinascimento di bene di interesse culturale nazionale
RIETI - La Giunta Sinibaldi, su proposta degli assessori all’Urbanistica e Valorizzazione identità locale Giovanni Rositani e al Bilancio e patrimonio Andrea...

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RIETI - La Giunta Sinibaldi, su proposta degli assessori all’Urbanistica e Valorizzazione identità locale Giovanni Rositani e al Bilancio e patrimonio Andrea Sebastiani, ha approvato una delibera con la quale si autorizza l’Agenzia del Demanio ad inserire la Stazione di granicoltura di Nazareno Strampelli all’interno della richiesta di accertamento del titolo di immobile di interesse culturale, secondo quanto previsto dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004).

Come noto, la Stazione di granicoltura è oggetto di un ampio lavoro di riscoperta, recupero, valorizzazione, avviato dall’Amministrazione comunale di Rieti e sposato e sostenuto dal Governo, dalla Regione e dal Commissario straordinario alla ricostruzione post-sisma.

«La Stazione di Campo Moro è stata sede di una delle più straordinarie evoluzioni della genetica agraria mondiale, condotta dal genetista Nazareno Strampelli – spiegano Rositani e Sebastiani – In poco più di un anno siamo riusciti ad ottenere risultati che il nostro territorio attendeva da decenni: la riscoperta e la valorizzazione della figura di uno straordinario scienziato, il finanziamento di 7 milioni di euro per la rigenerazione urbana dell’intero quadrante cittadino che ospitava la Stazione di granicoltura, che verrà trasformata in un Museo per la collezione Strampelli e in sede universitaria per la Tuscia, e ora, con la richiesta di concessione del titolo di immobile di interesse culturale nazionale, mettiamo un altro tassello all’articolato percorso di riscoperta di un simbolo nazionale che potrà coniugare la tutela della memoria con il lavoro sul futuro e la crescita formativa e produttiva del territorio».

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Il Messaggero