Rieti, slot accanto ai locali della parrocchia: «Attività ricreativa». E' bufera

Una slot machine
RIETI - Il diavolo e l'acqua santa, a pochi passi uno dall'altro. E chi prova in buona fede a esorcizzare il malefico viene immediatamente colpito da fattura, trovandosi senza...

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RIETI - Il diavolo e l'acqua santa, a pochi passi uno dall'altro. E chi prova in buona fede a esorcizzare il malefico viene immediatamente colpito da fattura, trovandosi senza preavviso fuori dalle stanze del peccato, bollato ed espulso come soggetto che «crea disagio» e costringe l'associazione di cui faceva parte a «fornire spiegazioni alle forze dell'ordine». Accade a Casette, popolosa frazione ad est di Rieti, e la grottesca vicenda si sviluppa all'interno dell'Associazione culturale, la cui sede si trova nell'ex complesso scolastico, dove sono ubicati due locali della parrocchia, entrambi adibiti a funzioni religiose.

Locali dove l'Associazione culturale, come da statuto, «promuove la cooperazione sociale tra i cittadini», con lo scopo «di organizzare attività culturali, sociali, artistiche e ricreative per gli abitanti», coinvolgendo non meno di 400 persone. Attività culturali e ricreative che dal 2010 hanno previsto l'installazione di quattro macchinette, quattro slot machine, i cui incassi dal 2011 sono stati sistematicamente inseriti nel bilancio dell'Associazione, consistendo nella più importante voce in entrata, di media circa 16mila euro l'anno. Non tutti tra i soci, però, hanno visto di buon occhio l'installazione e l'uso delle slot, in locali della parrocchia. Ma chi negli ultimi tempi ha provato a sollevare obiezioni si è ritrovato di colpo espulso dall'associazione, bollato come soggetto che «crea disagio» e getta discreto. Apriti cielo, le lotte intestine sono divampate in un baleno e sono state senza esclusione di colpi, anche perché di scheletri, oltre che di slot, i locali dell'associazione sembrano essere pieni. Da un verbale redatto dalla Municipale lo scorso 16 novembre si scopre che «l'associazione culturale occupa lo stabile dell'ex scuola elementare ubicato in Casette, in via Cicolana, senza possesso di alcun titolo autorizzativo» e che gli stessi vigili urbani, nel febbraio del 2013, avevano effettuato un sopralluogo ed elevato relativa contravvenzione, in seguito ai quali l'Associazione aveva comunicato al Comune di aver tolto le slot, comprovando tale circostanza con l'invio di relativo rilievo fotografico. In realtà, le slot, come risulta dai bilanci fino al 2016, non sono mai state tolte. Anzi, nel 2015 hanno fruttato quasi 20mila euro. Ma le slot di Casette, da altri approfondimenti, non hanno mai ottenuto la prescritta autorizzazione del Questore. Sono, di fatto, totalmente abusive. E dubbi sembrano potersi sollevare sulla stessa regolarità dell'Associazione che per 5 anni ha esercito attività senza la presenza del Collegio dei revisori dei conti, previsto dallo Statuto, e i cui bilanci presentano voci non supportate da alcuna documentazione. Una sola considerazione: nessuno prima si era mai accorto di nulla? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero