Rieti, Marco Sinibaldi e l'inesauribile fiuto per il gol: "Vorrei restare sulla cresta dell'onda. Grazie Velinia"

Marco Sinibaldi
RIETI - Una vita trascorsa tra i campi dei campionati regionali e non solo. Per Marco Sinibaldi i trascorsi sono di quelli importanti. L'attaccante diventato punto di...

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RIETI - Una vita trascorsa tra i campi dei campionati regionali e non solo. Per Marco Sinibaldi i trascorsi sono di quelli importanti. L'attaccante diventato punto di riferimento al Velinia é intenzionato ancora per molto a correre  e fare gol.


L'INTERVISTA

Se dovesse riassumere la sua carriera come lo farebbe?

Sono partito dal Rieti, giovanissimi regionali, ricordo  che vincemmo  quel campionato  a discapito di squadroni romani ben piu' blasonati, come Cinecittà e monterotondo. Da lì subito il trasferimento in prestito con diritto di riscatto  alla Fiorentina, all'età di 14 anni, a fine stagione la Fiorentina voleva riscattarmi ma il Rieti fu troppo pretenzioso. Stagione 2000/2001 il passaggio agli allievi nazionali del Brescia Calcio, in quell'occasione non feci una grande stagione, non riuscii ad ambientarmi. L'anno dopo Beretti della Lodigiani e poi in Eccellenza con Il Centro Italia.Dai li' in Promozione a Campitello,Torri in Sabina e Poggio Nativo.

Poi tanti anni col Velinia,  che significa per lei quella maglia?

Al Velinia ho trovato persone eccezionali, vere, oneste che nel calcio è veramente difficile trovarne. Una grande famiglia, sembra una frase fatta, ma nel calcio come nella vita la parola conta e loro l'hanno sempre rispettata.

Come valuta l'ultima stagione?

La stagione scorsa è stata un'ottima stagione, ma come le precedenti, nel senso che il Velinia non gode di un grande blasone e per riuscire a centrare l'obbiettivo minimo deve lottare al 100% delle forze. Forse è stata la stagione nella quale ci siamo tolti maggiori soddisfazioni costringendo al pari sul nostro campo tutte le prime della classe: Fiano Romano,Salto Cicolano e Capradosso.

La squadra in cui ha giocato a cui é più legato?

Senza dubbio l'esperienza che non dimenticherò mai è quella fatta in  Umbria al Campitello, persone meravigliose, li' ho riassaporato il vero calcio, non lontanissimo da quello di Firenze, di Brescia, anche se si trattava solo di promozione,  vincemmo il campionato il primo anno e poi il secondo l'Eccellenza. Li' si respira professionismo, c'è un'approccio  totalmente diverso, dall'organizzazione, agli allenamenti, ti senti coccolato e riesci a dare molto di piu'. Un anno vissuto da protagonista, sempre titolare,10 gol.

Il ricordo piú bello che ha nel mondo del calcio?

Ovviamente il settore giovanile. L'esperienza a Firenze e a Brescia mi ha formato oltre che calcisticamente, soprattutto umanamente, sono andato a vivere da solo a 14 anni, sono cresciuto in fretta, all'inizio  non è stato facile, ma poi ho imparato a badare a me stesso e ringrazio il destino che ha voluto questo perchè ho imparato tantissimo. Poi c'è  la parte calcistica, essere allenato ogni giorno da ex giocatori di serie A è un privilegio per pochi, poi ogni domenica facevo il raccattapalle al Franchi e al Rigamonti durante le partite di serie A e vedere dal vivo tutti i miei idoli è stato unico.

Il gol  che porterà sempre  con lei?

Il gol piu importante è stato in semifinale playoff contro il San Venanzoquando giocavo al Campitello, in casa loro con 400 persone sugli spalti, dopo 10 minuti dall'inizio portai in vantaggio la mia squadra, alla fine terminò 1a1, ma quel gol ci permise di andare in finale e vincere il campionato e accedere in Eccellenza.

In futuro le piacerebbe fare l'allenatore?

Sicuramente mi piacerebbe allenare i ragazzi del settore giovanile, mi piacerebbe poter insegnare quello che ho imparato.Veder crescere e migliorare i ragazzi anno dopo anno anche grazie a te credo sia una grande soddisfazione. Cosa che difficilmente potresti fare allenando una squadra di persone adulte, dove subentrano altri aspetti.

Che rapporto ha con suo fratello/allenatore Stefano?

E' particolare, in campo ci comportiamo come da allenatore a giocatore, poi è chiaro,  mi permetto a volte di dire la mia su diversi aspetti, ma sempre stando attento a non oltrepassare il limite.

Dove giocherà  Sinibaldi la prossima stagione?


È ancora presto, non lo so,  la cosa sicura è che correrò ancora per molto,  fin quando il fisico me lo permetterà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero