Rieti, dimensionamento, criteri antisismici e Covid: caos scuola

Scuola
RIETI - E’ uno scenario da lacrime e sangue, quello che si apre davanti agli occhi della scuola reatina in vista del ritorno in classe a settembre. Non fossero stati...

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RIETI - E’ uno scenario da lacrime e sangue, quello che si apre davanti agli occhi della scuola reatina in vista del ritorno in classe a settembre. Non fossero stati sufficienti i criteri sismici imposti dopo il terremoto del 2016 e gli accordi faticosamente portati in porto nell’ultimo anno dalla Provincia con i singoli Comuni per tentare di rispettare i criteri di dimensionamento imposti dalla Regione, ora la mazzata finale rischiano di essere le linee guida anti-Covid che, soprattutto nel territorio reatino, complicherebbero in maniera insostenibile la possibilità di iniziare il nuovo anno scolastico con un minimo di serenità.


Guai a cascata 
Le norme nazionali anti-Covid per la scuola sono attese per domani ma potrebbero non subire alcuna modifica rispetto a quanto previsto fino a oggi, rischiando dunque di cozzare ancora più violentemente contro il già disastrato stato di salute della scuola reatina. La consigliera provinciale con delega all’Edilizia Scolastica Claudia Chiarinelli lo aveva già raccontato durante la commissione del 5 giugno con il consigliere regionale Fabio Refrigeri, tentando di giocare in anticipo a livello regionale: «Siamo intenzionati a chiedere alla Regione una deroga sul dimensionamento – spiegano Chiarinelli e il presidente della Provincia, Mariano Calisse - Non avere numeri stringenti come 400 alunni per gli istituti montani e 600 per i restanti consentirebbe ai paesi di poter utilizzare tutti gli istituti a disposizione per il distanziamento sociale degli alunni. In un territorio come il nostro, appenninico, con una rete stradale disagiata e confini scomodi, come Leonessa con Cascia e Borgorose con Avezzano, numeri di dimensionamento cosi rigidi erano già difficili prima, sono peggiorati dopo il sisma ma ora, con il Covid, diventano impossibili». 
A colpire duro sono anche le norme anti-sisma imposte alle zone del cratere reatino, come Rieti: «La normativa impone un valore di vulnerabilità sismica di 0.6 per ogni edificio che si intendesse utilizzare come scuola – proseguono Calisse e Chiarinelli - Nel caso poi quell’edificio possedesse i criteri richiesti, servirebbe che sia stato già utilizzato come scuola: quindi le strutture che eravamo andati a cercare a Rieti non le possiamo utilizzare. E se anche ci consentissero di usarle non possono certo farcelo sapere ad agosto, perché per i lavori delle ditte serviranno la manifestazione di interesse, il bando di gara, l’apertura delle buste e l’assegnazione dei lavori». In Provincia si sono imposti un limite temporale di massima, per sperare in un cambio di rotta: «Aspettiamo le linee guida di domani: noi intanto stiamo facendo ulteriori passaggi con i rappresentanti territoriali ai vari livelli di governo, per arrivare ad una situazione chiara e definitiva entro i primi di luglio».

L’apertura

Dall’opposizione provinciale, il consigliere Alessio Angelucci apre al dialogo: «Apprendiamo che la Provincia condivide la nostra idea di riaprire i plessi nei tanti comuni ormai in disuso da anni e di rivedere i numeri per la formazione delle classi. Conoscendo già la disponibilità della Regione ad andare in questa direzione, aspettiamo di sapere quali saranno le proposte che verranno fatte». «Questo non è il momento delle divisioni – concordano Calisse e Chiarinelli – Su un problema così oggettivo non è più il momento dei proclami, ma di agire. E tutti devono fare la loro parte».
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Il Messaggero