Rieti, Scuola, è allarme: poche le assunzioni previste nel Reatino

Un'aula scolastica
RIETI - Lo aveva anticipato al Messaggero il segretario provinciale dello Snals, Luciano Isceri, evidenziando come le assunzioni del personale Ata previste per l’apertura...

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RIETI - Lo aveva anticipato al Messaggero il segretario provinciale dello Snals, Luciano Isceri, evidenziando come le assunzioni del personale Ata previste per l’apertura del nuovo anno scolastico non sarebbero state sufficienti a coprire il reale fabbisogno prodotto dai posti vacanti. Ora che il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, ha decretato i numeri, con le ripartizioni, si evince che se il dato era allarmante in Italia, nel Reatino lo è ancora di più. Pinneri, nel decreto, spiega che «le facoltà assunzionali assegnate col decreto del Ministro n.206 del 2022 al Lazio sono insufficienti a coprire tutti i posti vacanti e disponibili». La competenza del reclutamento del personale scolastico spetta all’Usr e il direttore ha provveduto ad autorizzare il contingente del personale amministrativo, tecnico e ausiliario per le immissioni in ruolo nel Lazio, per il 2022/2023, operando le ripartizioni a livello provinciale, distinguendole in ragione del profilo professionale di appartenenza del personale.

Il risvolto locale. Ecco il dettaglio per la provincia di Rieti, dal quale si evince che, rispetto al fabbisogno, le persone reclutate saranno in misura ridotta, in alcuni casi meno del 50% e, in altri, addirittura assenti. Assistenti amministrativi: disponibilità 13 posti, possibili assunzioni 5. Assistenti tecnici: disponibilità 12 posti, possibili assunzioni 2. Collaboratori scolastici: disponibilità 46 posti, possibili assunzioni 19. Addetti aziende agrarie: un posto disponibile, possibili assunzioni nessuna, così come nessun cuoco, guardarobiere o infermiere. «Ribadisco senza cambiare una virgola quanto già asserito nei tempi nei quali non si conosceva ancora la dotazione per il Reatino - osserva Isceri. - La conferma di questa ristrettezza nei numeri suona come una ennesima penalizzazione per i profili del personale Ata, dove non esiste neppure il problema della mancanza di graduatorie, disponendo l’amministrazione di quelle, aggiornatissime, cosiddette dei 24 mesi, dalle quali poter attingere. Le autorizzazioni sono assolutamente insufficienti, si limitano al solo turn-over, senza tener conto dei vuoti in organico già consolidati nel tempo. I posti che non saranno coperti a tempo indeterminato saranno dati a supplenza, incrementando il precariato e non basteranno neppure a colmare le vere esigenze delle scuole in questi ultimi due anni, in cui hanno dovuto colmare le lacune con il cosiddetto organico Covid, di cui non abbiamo più notizie sulla riproposizione».

 

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Il Messaggero