RIETI - Può accadere di perdere il lavoro perché l’azienda chiude, fallisce oppure riduce il personale, ma anche perché si viene accusati di avere usufruito dello sconto di...
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LA VICENDA
Una causa che non si preannuncia certo facile, stante soprattutto l’atteggiamento di intransigenza assunto dalla direzione, dove determinanti si annunciano le testimonianze di altri dipendenti del punto vendita. Tutto era nato dallo smarrimento della Payback da parte di un cliente dopo la transazione per l’acquisto di beni effettuata poco prima delle nove del mattino, che però si era accorto della perdita soltanto dopo le undici, a distanza di oltre due ore, ricevendo sul cellulare il messaggio con cui veniva informato di aver speso mille punti della sua carta facendo acquisti, pagati regolarmente alla cassa. La segnalazione da parte dell’ignaro cliente aveva attivato le verifiche dell’ufficio sicurezza e decisiva si era rivelata la testimonianza di un’altra dipendente, addetta al punto vendita, la quale aveva chiaramente indicato nell’ex collega la persona utilizzatrice della tessera. Ma la lavoratrice licenziata ha contestato le conclusioni raggiunte dall’azienda, non essendoci certezza sui tempi e le modalità di smarrimento della tessera Payback, non nominativa e presentabile da chiunque, come neppure ci sarebbe la prova di aver fruito della card in un orario nel quale non si trovava in servizio. Se ne riparlerà in tribunale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero