Rieti, ex postina: sopralluoghi nelle due abitazioni. Attenzioni su tre elementi. Il video

RIETI - Guanti in lattice, cavalletti fotografici, buste in plastica, valigette nere, un telo plastificato a oscurare per la riservatezza delle operazioni in corso. Si torna a...

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RIETI - Guanti in lattice, cavalletti fotografici, buste in plastica, valigette nere, un telo plastificato a oscurare per la riservatezza delle operazioni in corso. Si torna a scavare, indagare e repertare nelle abitazioni in uso a Silvia Cipriani, l’ex portalettere in pensione, scomparsa lo scorso 22 luglio, i cui resti sono stati rinvenuti nei boschi di Montenero Sabino. Ieri ancora una lunga giornata di sopralluoghi e rilevi tecnico-scientifici da parte della polizia Scientifica e della Squadra mobile di Rieti. Accertamenti eseguiti prima presso la proprietà di Cerchiara, dove la 77enne risiedeva stabilmente, mentre nel pomeriggio al civico 12 di via delle Orchidee a Rieti, dove alloggiava saltuariamente.

 

La ricognizione. Una lunga ricognizione quella effettuata a Cerchiara, con il personale della polizia Scientifica di Rieti e Roma cui ha presenziato anche l’avvocato Domenico Orsini, uno dei legali di fiducia di Valerio Cipriani, nipote dell’anziana e unico indagato dalla Procura di Rieti, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Rilievi dattiloscopici e fotografici, ma anche attività di repertamento di tracce, oggetti ed eventuali segni di presenze “anomale” o decontestualizzate, finalizzate all’acquisizione discriminata di elementi che possano risultare utili alle successive indagini, sia analitiche di laboratorio, sia investigative. A Cerchiara, ieri mattina, gli inquirenti entrano nella casa che era in uso a Valerio: lì si sono concentrati i rilievi della Scientifica, che hanno ispezionato ogni stanza dell’appartamento. «Sono aperte tutte le ipotesi - ha commentato l’avvocato Domenico Orsini - aspettiamo il corso delle indagini per poter avere un quadro più chiaro e certo, altrimenti si rimane nel campo delle ipotesi. Per questo lasciamo lavorare gli inquirenti, in attesa di conoscere le risultanze degli esami». L’abitazione, secondo quanto appreso dagli organi di stampa presenti, sarebbe stata posta sotto sequestro solo il 5 ottobre, circostanza che potrebbe aver creato un inquinamento dei vani abitativi, in quanto rimasta nella disponibilità dei proprietari. Ma l’attenzione degli investigatori si è anche concentrata sull’esterno dell’abitazione, dove nelle scorse settimane c’era stato già un sopralluogo. Nel pomeriggio a Rieti, di nuovo un sopralluogo con viavai di agenti, personale della Scientifica e della Squadra mobile raggiunti anche dal questore di Rieti Mauro Fabozzi e dal dirigente della Mobile Marco Stamegna. Si ipotizza che venerdì 22 luglio sia accaduto qualcosa nella proprietà di Cerchiara. Solo un’ipotesi, ma suffragata da almeno tre situazioni di rilievo: il cancello, il garage e il granaio rimasti aperti, circostanze insolite per una donna abitudinaria e metodica come era Silvia Cipriani, che provvedeva sempre alla loro chiusura. Sarà determinante ora attendere l’esito dei rilievi che potranno essere incrociati e utili per future comparazioni una volta noti gli esami in corso, come quello di autopsia scheletrica, del dna e, soprattutto, le analisi che verranno espletate a partire dal numeroso materiale biologico acquisito dall’ispezione della Fiat Palio utilizzata dall’ex postina, nonostante l’abitacolo non fosse in buone condizioni per via di un finestrino rimasto aperto agli agenti atmosferici. Momenti cruciali per poter dare una svolta decisiva all’inchiesta che, altrimenti, potrebbe essere destinata a finire sul binario morto di un decreto di archiviazione per mancanza di riscontri probatori e fonti di prova.

 

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Il Messaggero