Rieti, ex postina scomparsa: resta il mistero

Le ricerche (foto Meloccaro)
RIETI - Elementi di chiarezza dopo oltre due mesi di buio assoluto. Ancora non sufficienti per scrivere la parola fine sul giallo di Silvia Cipriani, tali comunque per poter...

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RIETI - Elementi di chiarezza dopo oltre due mesi di buio assoluto. Ancora non sufficienti per scrivere la parola fine sul giallo di Silvia Cipriani, tali comunque per poter tirare punti fermi inattaccabili: l’ex postina di Contigliano e Montenero, scomparsa dalla sua abitazione di Cerchiara lo scorso 21 luglio, è morta. Gli inquirenti non hanno ancora timbrato l’ufficialità del decesso, ma il rinvenimento ieri mattina di numerosi reperti ossei, disseminati in un’area di terreno molto vasta, unitamente al ritrovamento di alcuni brandelli di vestito, coincidenti con gli abiti indossati dalla donna il giorno della scomparsa, fanno ritenere che i resti del corpo umano, probabilmente martoriato dai cinghiali, molto numerosi nella zona tra Montenero e Casaprota, siano quelli della pensionata delle Poste. La certezza, comunque, verrà solo dagli accertamenti sul Dna che saranno ora svolti dalla Polizia scientifica di Roma. L’esame autoptico sugli altri resti del corpo potrà inoltre fornire risposte sulla data del decesso e, forse, sulla cause. 


Che il ritrovamento della Cipriani potesse essere imminente lo si era intuito già lunedì mattina, quando un cercatore di funghi rimasto in panne con la sua auto, aveva notato tra la fitta boscaglia la Fiat Palio grigio metallizzato della donna, la vettura a bordo della quale una vicina di Cerchiara dell’ex postina aveva visto per l’ultima volta viva Silvia, la mattina del 22 luglio. Le ricerche subite avviate avevano poi portato, nella serata di martedì, alla scoperta di una borsa e una scarpa, appartenenti alla donna. Tutti elementi che sommati tra loro portano a un unico dato certo: Silvia Cipriani è deceduta.

Le cause. Resta però aperto il capitolo legato alle cause del decesso. E se molti elementi possono portare a credere che la donna si sia tolta la vita, altri non convincono affatto e lasciano aperta la porta ad altre ipotesi. La macchina incidentata, ad esempio. Dove e quando ha sbattuto con la sua Palio la Cipriani? Lungo la strada che conduce alla piazzola dove è stata rinvenuta l’auto non ci sono tracce di incidenti. Se la donna è poi scesa della vettura con l’intenzione di uccidersi, perché portarsi dietro anche la borsa? E come si è tolta la vita Silvia Cipriani? Si è gettata in un dirupo o ha avuto forse un malore? I brandelli di corpo rinvenuti e i frammenti ossei, sparsi in un’area molto vasta, verranno ora esaminati anche da un medico legale e forse, qualche convincente risposta la si potrà avere. C’è poi l’aspetto assolutamente dirimente legato alla presenza dell’auto nella boscaglia di Scrocco, zona battuta ampiamente dai cercatori di funghi e dove, solo la domenica precedente al ritrovamento dell’auto, alcuni erano passati senza aver visto la Fiat Palio. La boscaglia è fitta, questo è vero. Ma è altrettanto vero che in due mesi di cercatori di funghi nell’area ne sono passati a decine e nessuno ha notato la vettura. Possibile? Si è possibile ma non altamente probabile.
Il caso Silvia Cipriani non è quindi chiuso. Restano aperte tutte le piste, compresa soprattutto quella dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere che la Procura di Rieti, nella persona del sostituto procuratore Lorenzo Francia, aveva ipotizzato già alcuni giorni dopo la denuncia della scomparsa della donna. Il movente? Più difficile dare una risposta certa. Il ventaglio è ampio e già ampiamente dibattuto dagli inquirenti: la pista economica, in primis. Un cugino della donna, nei giorni seguenti alla scomparsa, aveva riferito che l’ex postina - che non si era mai sposata - avesse da parte un bella somma, oltre ad essere proprietaria di un appartamento a Rieti, in via delle Orchidee. Circostanza però smentita dal nipote e dalla moglie che hanno sempre sostenuto che la zia vivesse solo di una modesta pensione, confermando però la proprietà dell’appartamento di Rieti. Gli inquirenti hanno anche ipotizzato che la donna possa, dopo una vita in solitaria, essere stata irretita da una terza persona che, dopo averla spogliata dei suoi averi, l’ha uccisa. Piste, ipotesi che restano al momento tutte in piedi e sulle quali una prima risposta attendibile la si potrà avere solo gli accertamenti autoptici sul quel che resta del corpo di Silvia Cipriani.


Sgomento e dolore, intanto, tra i tanti che lo conoscevano e la stimavano, in particolare a Contigliano dove aveva prestato per anni servizio alle Poste, svolgendo il lavoro di portalettere. «Povera Silvia, che fine ha fatto. Non riesco a farmene una ragione. L’avevo conosciuta quando prestava servizio alle Poste e la ricordo sempre molto gentile e sorridente, anche se era molto riservata», ricorda Giuliana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero