Rieti, ex postina: «Non esistono elementi a sostegno dell’omicidio»

Cerchiara
Ha completa fiducia nel corso delle indagini e sull’operato della Procura Valerio Cipriani, il nipote di Silvia, l’ex postina i cui resti ossei sono stati rinvenuti...

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Ha completa fiducia nel corso delle indagini e sull’operato della Procura Valerio Cipriani, il nipote di Silvia, l’ex postina i cui resti ossei sono stati rinvenuti nei boschi di Montenero Sabino. Ora, secondo alcune indiscrezioni, prive di conferme ufficiali, l’ultimo sopralluogo della Mobile avrebbe fatto emergere – all’esterno della casa di Cerchiara - i segni di una colluttazione, forse un’aggressione all’anziana. Ma da parte di chi? «Un ladruncolo, un malintenzionato che avrà trovato il cancello aperto», ha ipotizzato il cugino Francesco. Nessuno invece crede all’omicidio da parte del nipote Valerio che era legatissimo all’amata zia. 


A chiarire diversi aspetti del giallo – dall’ipotesi dell’incidente a quella di un omicidio che al momento gravano sulla tragica vicenda, è uno dei due legali patrocinanti, Luca Conti che - insieme al collega Domenico Orsini - assistono l’indagato nei cui confronti è stata configurata come ipotesi di reato quella di omicidio volontario: «Parliamo di una comunità locale con tassi di criminalità praticamente inesistenti e anche statisticamente tutto ci porta lontani dalla tesi di un omicidio. Rieti è la provincia italiana con la minore incidentalità in termini di criminalità. Non si può comprende la ragione o il movente di un omicidio, non esiste alcun elemento. Siamo nel campo delle ipotesi e non delle certezze. Non conosciamo neanche le cause del decesso. La stessa Procura, nell’avviso di accertamenti tecnici irripetibili parla di ipotesi di reato, senza neanche la certezza di un omicidio, tanto che Valerio compare tra le persone offese. Questa è l’unica realtà documentale. Valerio – prosegue Conti - è stato iscritto in quanto ciò è del tutto normale quando, ad esempio, si ritrovano dei resti vicino ad un veicolo: si parte ovviamente dal proprietario». 

La famiglia non crede dunque a una tesi omicidiaria. Si torna anche sul conto corrente della Cipriani di cui si è sempre saputo – stando ad una precedente dichiarazione di Tamara, moglie di Valerio - che ci sarebbero stati circa mille euro alimentando così sospetti su dove fossero finiti i 10 mila euro ottenuti dalla vendita di un fienile di proprietà: «I 10 mila euro sono presenti sul libretto di risparmio della signora – precisa il penalista del foro di Rieti, Luca Conti - la donna percepiva una pensione di circa 1000 euro e aveva pure acceso un prestito per la ristrutturazione della casa di Rieti, per cui conseguiva un introito di neanche 900 euro al mese. Se la signora venisse ritenuta ricca ed abbiente, tanto da scatenare le avidità di terze persone, ciò allontanerebbe ancora di più i sospetti dal nipote che immagino ben conoscesse gli averi della zia». E poi ancora: «Senza dubbio il legame era molto forte e Valerio è addolorato ma tranquillo rispetto all’inchiesta coordinata da un pm (Lorenzo Francia ndr) equilibrato e scrupoloso. Al momento chi sa è opportuno che parli, ma è altrettanto opportuno che chi non sa, in questo momento, taccia».

 

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Il Messaggero