Passo Corese, dagli scavi riemerge una fattoria di epoca romana / Le foto

I resti riemersi
RIETI - L’area del polo della logistica di Passo Corese lascia riaffiorare nuove testimonianze di epoca romana dal sottosuolo. I sondaggi archeologici disposti dalla...

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RIETI - L’area del polo della logistica di Passo Corese lascia riaffiorare nuove testimonianze di epoca romana dal sottosuolo. I sondaggi archeologici disposti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, all’interno della lottizzazione industriale del Comune di Fara Sabina, hanno portato alla luce i resti di un’antica fattoria romana. Si trova in una zona raggiungibile da via dei Cavalli (vicina a quella del recupero di marzo, sempre ad opera degli archeologi della Soprintendenza), ma più interna e poco lontana dal magazzino Metro. Dalle indagini condotte negli ultimi due mesi, è tornata in superficie la “pars fructuaria” di una villa rustica, già delimitata su due lati. Le rimanenze sono molto rovinate a causa delle erosioni naturali cui, nel tempo, è stata sottoposta e in conseguenza dei lavori agricoli che hanno sempre interessato tutta l’area, oggi sede del polo della logistica: dove c’erano ulivi e veniva praticata la coltura foraggera.

 

Le prerogative. Le ville rustiche romane, essendo utilizzate come luogo in cui i grandi proprietari gestivano i possedimenti terrieri, erano articolate in più parti: quella dominica prettamente residenziale, quella rustica destinata alla servitù e quella fructuaria destinata alla produzione e alla lavorazione dei prodotti. Quest’ultima è riemersa durante le attività di scotico degli archeologi che precedono l’avvio dei lavori di costruzione dei nuovi magazzini. Lavori che sono ancora in corso. Negli ultimi mesi hanno interessato più terreni compresi all’interno del secondo stralcio del progetto del polo e stanno proseguendo. A vedere i resti riemersi, si evince un locale suddiviso in navate che separavano zone, ognuna delle quali destinate probabilmente a una specifica attività di produzione. La piattaforma appare delimitata in alcuni punti da lastre calcaree: e una di queste è chiaramente individuabile. Non sono state trovate statue come avvenuto a marzo sempre su via dei Cavalli. In quel caso, gli archeologi scoprirono una superficie di cocciopesto e due statue funerarie (conservate presso il museo civico archeologico di Fara Sabina): una virile, l’altra muliebre, riferibili a uno o più sepolcri della prima età imperiale esistente lungo la viabilità ripercorsa dall’attuale strada regionale 313 Ternana. Ma i lavori della Soprintendenza non sono ancora terminati. Gli escavatori e gli archeologi si sono spostati di circa un centinaio di metri dalla fattoria appena ritrovata e stanno operando: è dunque credibile che nei prossimi giorni arrivino nuove risultanze. Intanto, però, analizzando le recenti scoperte, emerge chiara la connotazione di questa porzione di territorio. Tanto nel caso della zona perimetrata all’ingresso di via dei Cavalli quanto nella più recente, si evidenzia una destinazione utilitaristica delle costruzioni di epoca romana in un’area, quella del polo della logistica, che seppur con minor pregio degli edifici attuali, anche oggi è sede di attività produttive.

 

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Il Messaggero