RIETI - Sono in lento miglioramento le condizioni del 53enne operaio che lunedì pomeriggio stava lavorando, all’interno della centrale a biomasse di Ponticelli di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - Sono in lento miglioramento le condizioni del 53enne operaio che lunedì pomeriggio stava lavorando, all’interno della centrale a biomasse di Ponticelli di Scandriglia, insieme a Cristian Lungu di Poggio Nativo, 28 anni, che ha invece prematuramente perso la vita, soffocato dalle inalazioni tossiche respirate in un drammatico incidente sul lavoro, rispetto al quale dinamica e cause sono ancora tutte da chiarire.
Il 48enne di Scandriglia, anche lui romeno, è un dipendente di una ditta esterna, addetta alla manutenzione degli impianti a biomasse, che stava operando nella centrale “Tenimenti Borgia Srl”. L’uomo si trova ancora all’ospedale de Lellis, ma ieri è stato trasferito dal reparto di Osservazione breve di Terapia intensiva a Medicina di urgenza. Accusa ancora una fortissima intossicazione alle vie respiratore, causata dall’aver inalato fumi tossici in un’area dell’impianto.
Il 53enne è, di fatto, l’unica persona a conoscenza di quanto avvenuto lunedì poco dopo le 15.30 presso la struttura di via Strada Passo di Roma San Salvatore. Ma per poter spiegare nella realtà quanto accaduto bisognerà forse attendere ancora un giorno, necessario perché possa ristabilirsi ancora e, soprattutto, conferire con gli inquirenti, guidati dal sostituto procuratore Tommaso Giovannetti. Resta quindi da capire se la vittima sia il soccorritore intervenuto per trarre in salvo l’operaio della ditta esterna ora in ospedale o, più verosimilmente, sia la persona che è stata soccorsa dopo aver perso conoscenza a seguito delle esalazioni nocive respirate nel tunnel di collegamento tra le vasche di decantazione delle biomasse, esalazioni caratterizzate principalmente da gas metano.
Tutte le ipotesi sono al momento al vaglio della Procura di Rieti con i carabinieri di Scandriglia che stanno procedendo nelle attività investigative. Secondo quanto sommariamente emerso Cristian Lungu – regolarmente assunto - si occupava della gestione dell’impianto ed era esperto nelle operazioni e pratico rispetto alle procedure e ai protocolli previsti.
Sull’episodio accaduto lunedì nell’impianto a biomasse di Scandriglia hanno aperte inchieste anche l’Ispettorato del lavoro di Rieti e l’Azienda sanitaria locale, i cui ispettori hanno già ieri effettuato alcuni verifiche nell’impianto.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero