Rieti, Salaria incubo continuo: la rotonda è un imbuto

La rotatoria a Borgo Santa Maria sulla Salaria
RIETI - Code chilometriche e rallentamenti continui negli orari di punta o di rientro dal weekend. Scene che si sperava fossero seppellite nel passato della storia della Salaria...

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RIETI - Code chilometriche e rallentamenti continui negli orari di punta o di rientro dal weekend. Scene che si sperava fossero seppellite nel passato della storia della Salaria ma che, al contrario, sono tornate di attualità da un paio di mesi. Tolto un intoppo, ne è nato subito un altro: sparito il semaforo di Passo Corese, ecco che è spuntata la rotatoria a Borgo Santa Maria. Un’opera viaria troppo piccola e stretta, con le automobili costrette a rallentare e i mezzi più grandi che devono fermarsi per prendere bene le misure. Risultato: rallentamenti e code chilometriche come all’epoca del semaforo di Passo Corese. 


Le prime denunce erano arrivate via facebook sui gruppi dedicati alla Sabina e alla consolare: post che hanno generato uno scontro tra viaggiatori e residenti della frazione romana, con questi ultimi che si sono appellati al problema della sicurezza. 
Questione sacrosanta, anche se i dati ufficiali lasciano qualche dubbio in tal senso. Praticamente assenti nel dibattito i politici reatini, che per primi si sarebbero dovuti occupare del problema, ma che hanno dimostrato per l’ennesima volta la totale distanza dalla vita reale. L’unica voce si è alzata dal mondo sindacale, con la Uil di Rieti che aveva acceso i riflettori sul problema.

I problemi. Dopo una domenica con code di oltre 3 chilometri in direzione Roma, ieri mattina la scena si è ripetuta con ampie segnalazioni sui social. Un fenomeno che si ripete da un paio di mesi e destinato a crescere con la bella stagione, quando sempre più persone raggiungono i paesi della provincia di Rieti. 
Nel lungo “regno” del semaforo di Passo Corese si arrivò ad avere code che partivano da Osteria Nuova. La creazione della maxi rotatoria nella frazione di Fara Sabina, dopo quasi vent’anni di studi e polemiche, aveva eliminato il problema e, per questo, l’inaugurazione fu accolta con la benedizione vescovile e con la presenza massiccia di politici. «Stiamo lavorando a una Salaria a 4 corsie per poi fermarci a Borgo Santa Maria? È il caso di analizzare quei lavori», aveva detto qualche settimana fa Alberto Paolucci, segretario territoriale della Uil di Rieti e Bassa Sabina. Un tema rilanciato anche da Luigi Giacomelli, della Uil Trasporti, che aveva spiegato: «Abbiamo raccolto le segnalazioni di autisti di Cotral e di mezzi pesanti, ma anche di semplici cittadini. Ci segnalano che lo spazio di manovra è troppo stretto e ci sono difficoltà per gli autisti. È necessario rivedere i lavori e rendere l’area più scorrevole». 
Nel silenzio della politica, ieri l’ex candidata sindaco di Rieti per il Movimento 5 Stelle, Lodovica Rando, è intervenuta così commentando l’ennesimo post di denuncia di un automobilista su facebook: «Una schifezza assurda anche più pericolosa dell’incrocio che c’era prima». E proprio alla sicurezza ci si sarebbe appellati nel costruire la contestata rotatoria. Da più parti si riteneva l’incrocio di Borgo Santa Maria troppo pericoloso e, quindi, i residenti chiedevano una messa in sicurezza della zona. Tutto sacrosanto, ma in pochi hanno parlato di cifre. Quelle ufficiali con numero di morti e feriti degli incidenti stradali e localizzazione degli stessi, le fornisce il report Aci Istat. 


Tra il chilometro 37 e 38 della Salaria, ovvero dove c’è la rotatoria, negli ultimi 8 anni disponibili (2013-2020) risultano 20 incidenti che hanno causato 26 feriti e 1 morto (nel 2016). Il report include solo gli incidenti che hanno richiesto intervento di forze dell’ordine o, comunque, hanno causato almeno un ferito. Troppi? Pochi? Non è questo il tema, ma per evitare inutili scontri tra opposte fazioni e prendere decisioni che condizionano la vita di una provincia sarebbe bene partire da dati certi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero